Da quando è iniziato a circolare il suo nome per la carica di primo cittadino della Capitale è tutto un turbinio di reazioni, commenti, analisi politiche e illustrazione di possibili futuri scenari che riguardano il centrosinistra.
Il fatto che sul tavolo delle proposte ci sia finito anche il nome di Carlo Calenda, leader di Azione, ha inevitabilmente acceso il dibattito sulle prossime elezioni comunali di Roma, in programma il prossimo anno.
Dopo giorni di notizie insistenti, Calenda ha voluto mettere un punto fermo sulla questione, in un tweet: "Non pensavo di candidarmi. E ancora non ho deciso. Avrei appoggiato un candidato forte. Ho fatto dei nomi. Ma possiamo scappare tutti dalla più difficile sfida amministrativa che c’è in Italia, mentre sosteniamo che l’Italia può ripartire solo attraverso la buona amministrazione?".
Dopo aver evitato la querelle con la senatrice Pd Cirinnà, che gli chiedeva di mettersi in corsa tramite le primarie, Calenda ha incassato l'endorsement di Giorgio Gori.
Il sindaco di Bergamo, che per usare un eufemismo non ha ottimi rapporti col numero uno del Partito Democratico Nicola Zingaretti, ha accolto con favore l'ipotesi Calenda per Roma.
Viste le condizioni in cui la città è ridotta, la prima qualità richiesta ad un candidato sindaco di Roma dovrebbe essere la capacità di gestire situazioni molto complesse. Su questa base, la disponibilità di @CarloCalenda andrebbe accolta dal #Pd come un’insperata buona notizia pic.twitter.com/f542CPm4fb
— Giorgio Gori (@giorgio_gori) October 11, 2020
Sostegno che Calenda ha apprezzato, con un sintetico: "Grazie Giorgio".
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