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Bergamoscienza 2020

Vi siete mai posti la fatidica domanda: perché invecchiamo?

Incontro con Elizabeth Blackburn (Nobel per la Medicina), Giorgio Gori, Nicola Quadri

Sabato 10 ottobre, grazie alla conferenza digitale promossa da Bergamo Scienza è stato illustrato come funziona il meccanismo che definisce la nostra esistenza e quanto è realmente influenzabile dalla scienza e dallo stile di vita attraverso una lectio magistralis del premio Nobel della medicina del 2009, Elizabeth Blackburn, la ricercatrice che ha scoperto insieme ad altri due colleghi il meccanismo alla base dell’invecchiamento che sono i telomeri.

Nicola Quadri introduce quest’argomento così misterioso citando il famoso biologo Peter Madawar che nel 1952 scrisse il libro “Un problema irrisolto della biologia” e quel problema irrisolto era proprio l’invecchiamento. Al teatro Sociale di Bergamo, insieme al conduttore, presente anche il sindaco di Bergamo, Giorgio Gori, che presenta l’illustre ospite della conferenza digitale e conferisce in modo virtuale anche un premio, 8th Rita Levi Montalcini Memorial Lecture per la sua attività scientifica.

Elizabeth Blackburn ha dedicato la sua vita alla ricerca dei telomeri e della telomerasi, in particolare del ruolo di telomeri nella salute e nelle malattie umane. Tutto il suo lavoro è stato raccolto in un libro che ha recentemente pubblicato “La scienza allunga la vita”, con tutti i suoi studi degli ultimi 10 anni dove si sofferma sui comportamenti sociali e psicologici che allungano o accorciano i telomeri, ciò che riguarda il nostro comportamento e stile di vita.

Elizabeth Blackburn nobel bergamoscienza 2020

Ma che cosa sono i telomeri e la telomerasi?

Il telomero è un composto di sequenze ripetute di DNA che si associano a diverse proteine e la sua funzione è quella di proteggere la determinazione di cromosomi consentendo la riproduzione delle cellule proteggendo dall’invecchiamento e dal cancro, il telomero funziona come un cappuccio di protezione dell’integrità del DNA e impedisce la degradazione progressiva dei cromosomi che a ogni riproduzione si consumano.

Anche i telomeri si consumano e si accorciano in particolare e dunque la scoperta importante che è stata fatta dalla ricercatrice è quella della telomerasi ovvero un enzima che aggiunge sequenze ripetitive di DNA e dunque ripara i telomeri e limita il fenomeno di accorciamento che corrisponde all’invecchiamento, per questo viene denominato enzima dell’immortalità.

Lo scopo di Elizabeth Blackburn è sempre stato quello di comprendere la vita, soprattutto voleva capire che cosa accadesse a livello molecolare. È nell’acqua che si trovano i più piccoli organismi e in particolare la Tetrahymena che ha aiutato a comprendere meglio i cromosomi, portando allo studio delle sequenze di DNA nelle parti terminali di quest’ultimi. Il primo telomero è stato trovato proprio in questa alga di stagno.

In 40 anni di studio dichiara di aver percorso un viaggio in cui ha cercato di comprendere i dettagli del DNA, i dettagli delle sequenze e questo l’ha portata a condurre molti progetti anche oltre la lente del microscopio per cercare di vedere come la scienza può far fronte ai problemi della società.

Con l’aumentare dell’età è inevitabile il riscontro di una funzionalità immunitaria scarsa, di un tumore, di patologie cardiovascolari, di diabete, di disturbi mentali o cognitivi e depressione, si tratta questo di un elenco che spesso è associato nella stessa persona, c’è un meccanismo sotteso e questi meccanismi vengono incrementati da fattori genetici ma molti non lo sono, sono ambientali, traumi di vita, comportamenti.

Quello che si intende fare è ridurre il rischio e tanti sono i dati che ci dicono che una manutenzione dei telomeri adeguata ci protegge dalle patologie, non scompaiono ma possono essere ridotte statisticamente.

Non si può modificare la genetica dell’individuo su larga scala ma possiamo ridurre i rischi associati all’invecchiamento facendo in modo che le persone possano vivere fino a 100 anni in uno stato di salute. Per cercare di capire quel è il corretto equilibrio occorre misurare la lunghezza dei telomeri e con un’altra ricercatrice, Jue Lin, ha raccolto un campione di 100 000 persone nella California del nord e riscontrato che uno dei fattori che può influenzare la manutenzione dei telomeri è il fumo. Ha un impatto devastane, più si fumano sigarette più si accorciano i telomeri.

Altro caso di studio della lunghezza dei telomeri con un altro biomarcatore, è quello sulla fragilità che è un fattore di predizione veritiero, può essere alla base dei fattori che aiutano la salute pubblica per lo sviluppo di politiche sanitarie sulla base di informazioni quantificabili.

Con la sua collega Elissa Epel, ha studiato anche i fattori non genetici come lo stress: lo stress cronico può uccidere? Si. Lo stress cronico va ad accorciare più velocemente i telomeri? Si, ne velocizza l’accorciamento, sappiamo che va incidere su diverse malattie come ad esempio quelle cardiovascolari e questo incide sul mantenimento dei telomeri.

Quindi che cosa fa accorciare i telomeri?

Stress cronico, depressione, stress prenatale, traumi infantili, abusi, una bassa educazione, quartiere di provenienza, inquinamento, uso di tabacco, una dieta scarsa e l’obesità.

Consigli? Esercizio fisico, dormire, riduzione dello stress e dieta ricca di Omega-3!

È stato riscontrato che oltre al nostro stile di vita, che sappiamo dev’essere il più possibile salutare, i telomeri più lunghi risiedono nelle persone che usufruiscono di un sostegno sociale. Lo stato coniugale tende infatti ad allungarli. Spesso le coppie sposate hanno i telomeri di lunghezza più o meno simile, dunque i telomeri sono influenzati anche dai rapporti interpersonali.

Stanno emergendo anche degli studi importanti relativamente alle gravidanze. Se una madre è molto stressata durante la gravidanza il feto che sta crescendo al suo interno nell’utero e i suoi telomeri saranno influenzati da questo status, c’è la probabilità che il bambino nasca con telomeri più corti.

Ma non solo, conta anche l’ereditarietà, quello che i neonati ereditano dai genitori, c’è un lascito genetico diretto ma ancora non si sa effettivamente quanto viene trasmesso direttamente, i nostri eventi di vita che hanno determinato un accorciamento dei telomeri avranno delle ricadute nei nostri discendenti e nelle generazioni in avvenire? Un pensiero e gli studi quindi vanno anche nella direzione del futuro.

Dunque, la scienza basata sui telomeri può informare e condizionare la nostra prosperità e longevità per cui la nostra felicità e la nostra vita salutare; questo dipenderà in parte dal mantenimento dei nostri telomeri ma anche da altri co- fattori, ciò che è rilevante è che i telomeri lì possiamo misurare e avere dunque dati quantificabili.

Elizabeth Blackburn conclude il suo intervento raccontando la parte del suo viaggio che più l’ha sorpresa, proprio partendo dalla biologia molecolare scoprire fino a che punto i dati scientifici possono essere utilizzati per condizionare le problematiche sociali e societarie attuali che potenzialmente possono incidere sui nostri telomeri e quelli delle prossime generazioni.

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