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L'intervista

Felli: “Contapersone sui bus quasi pronti, entro fine anno il contratto per la Teb2”

Il presidente di Atb a tutto tondo: dalle difficoltà iniziali alla ripresa delle scuole, dai progetti all'intermodalità e ai sogni per la città di Bergamo.

Tra i settori più colpiti dalla crisi sanitaria ed economica dovuta alla pandemia da Coronavirus c’è sicuramente quello dei trasporti, che ha dovuto fare i conti con un crollo degli utenti e dei ricavi e si è dovuto adattare di volta in volta alle disposizioni di sicurezza previste dai decreti governativi.

Un percorso tortuoso durante il quale Atb ha affrontato anche un cambio al vertice, con l’avvocato Enrico Felli che a luglio ha assunto la presidenza della società di trasporto pubblico.

Avvocato Felli, è diventato presidente in un momento non semplicissimo e ha dovuto districarsi tra le numerose disposizioni che arrivavano dal Governo: l’ultima è di qualche giorno fa, cambia qualcosa per il trasporto pubblico?

No, l’ultimo dpcm lascia invariate le decisioni che erano state prese, con la capienza che rimane all’80%. Atb ha deciso di basarsi su un 60%, per avere un margine di elasticità maggiore. Sicuramente, però, anche con queste quote l’impatto visivo che si ha sulla popolazione è che gli autobus siano pieni. Diventa indispensabile il rispetto dell’uso delle mascherine e devo dire che la regola in città è stata molto ben rispettata dagli studenti: è venuto un po’ meno invece sui tram della Teb, con i passeggeri che scendevano dalle valli. Si sono verificate criticità maggiori e siamo dovuti intervenire in modo più deciso per farla rispettare.

È innegabile che l’inizio delle scuole fosse il vero banco di prova: come ha inciso questo appuntamento sulla vostra organizzazione?

Ha inciso in modo importante, ma già da luglio la Prefettura ha creato un tavolo tra Atb, presidi e tutti i soggetti interessati per arrivare a regole condivise che potessero garantire il trasporto degli studenti in linea con la normativa vigente. Il primo provvedimento è stata la differenziazione degli orari di ingresso delle singole scuole, alle 8 o alle 10 con il conseguente slittamento dell’uscita al pomeriggio.

Quali sono state le criticità maggiori?

Le criticità sono state determinate da un lato dal fatto che non tutti gli istituti hanno adottato il medesimo orario e dall’altro che molti di essi in provincia hanno comunicato l’orario di inizio delle lezioni con un ritardo che non consentiva una programmazione adeguata sebbene. Qualcuno addirittura non ha comunicato per nulla. Così abbiamo pensato a dei mezzi aggiuntivi, che circolavano in città con la scritta “Fuori servizio”: gli autisti avevano l’ordine di non fermarsi se avevano già raggiunto la capienza massima e segnalavano la situazione alla sala operativa, che poteva così inviare questi bus e garantire il trasporto.
L’attività ovviamente è stata più facile in città, dove le tratte sono brevi, mentre è più problematico gestire le linee extraurbane perchè si deve fare i conti col traffico.
Anticipo che a breve, spero nel giro di qualche settimana, verrà completata anche la sperimentazione sul servizio di controllo accessi.

Di cosa si tratta?

Su ogni bus ci sarà un display che consentirà di sapere quante persone ci sono a bordo: servirà ai passeggeri alle fermate, all’autista e anche alla sala operativa, che conoscerà con esattezza la situazione e potrà inviare subito bus aggiuntivi all’occorrenza.

Dall’inizio della scuola abbiamo notato un fenomeno particolare: molte famiglie sembrano preferire il mezzo privato per accompagnare i figli, quasi non si fidassero del mezzo pubblico. Vi risulta?

C’è ancora una certa diffidenza e risulta evidente: infatti i maggiori problemi di trasporto si sono verificati sui trasporti delle 10 e non su quelli delle 8, quando i genitori possono portare a scuola i figli prima di andare al lavoro. Il periodo di incertezza non aiuta: da un lato alcuni istituti alternano la didattica tradizionale a quella a distanza, dall’altro la situazione sanitaria è in imprevedibile evoluzione. Il tutto si è tradotto in un calo significativo degli abbonamenti, superiore al 30%, e di pari passo in un aumento del tesserino settimanale. Molti non sottoscrivono il tipico abbonamento annuale perchè non sanno se avranno la necessità di usufruire del servizio con la consueta regolarità.

Tra le molte difficoltà, però, Atb non ha rinunciato a portare avanti gli investimenti.

Atb per fortuna è una società dalla grande solidità economica, che ci consente di far fronte a questo particolare momento dove i numeri sono difficili: Atb Servizi ha avuto una contrazione di fatturato di circa 3 milioni di euro, Atb Mobilità che gestisce anche i parcheggi pubblici ha avuto contrazione di fatturato di un milione di euro dovuta al lockdown. Ma abbiamo confermato i programmi di investimento che prevedono un adeguamento della flotta entro il 2027, con autobus elettrici o ibridi (elettrico e metano ndr): gli elettrici di nuova generazione possono percorrere il doppio dei chilometri rispetto agli attuali che operano sulla linea C, la prima completamente elettrica in Italia, mentre quelli ibridi garantiscono un chilometraggio ancora maggiore.

E poi c’è la linea T2 della Teb.

La Linea T1 è un servizio che sta dando grosse soddisfazioni e dopo un periodo di avviamento faticoso oggi la società è in equilibrio finanziario. Ora sta per partire la T2 che arriverà fino a Villa d’Almè: stiamo per firmare gli accordi col ministero e con i Comuni che contribuiranno per una parte alla realizzazione dell’opera. Le amministrazioni della provincia interessate, se faranno interventi legati all’opera, avranno poi un rimborso. Speriamo di sottoscrivere il contratto definitivo entro la fine dell’anno: poi verranno immediatamente erogati fondi per la progettazione esecutiva. Il progetto avrà un impatto importantissimo sulla mobilità della Valle.

Un progetto che si può inserire nel più ampio dibattito riguardo l’intermodalità e i parcheggi di interscambio: forse questo momento di trasformazione può essere il più idoneo per arrivare finalmente a fare un ragionamento a tutto tondo sul tema?

Mi posso immaginare a Porta Sud un centro dove arrivano i tram della T1 e della T2, che per inciso potrebbero anche viaggiare sulle rotaie delle ferrovie e arrivare a Treviglio o Verdello: può essere stazione di interscambio di merci e passeggeri. Il problema dei parcheggi periferici va sicuramente affrontato, tenendo conto che bisognerà discutere con i paesi limitrofi a Bergamo perchè in città gli spazi sono ridotti. Sono opere che hanno un senso se poi si libera la città dal traffico e il mezzo pubblico diventa una vera alternativa all’automobile. Se nonostante tutto anche il mezzo pubblico si trova a stare in coda è un problema che non si risolve mai.

Bergamo è anche una città che sta spingendo molto sulla mobilità leggera: piste e corsie ciclabili, biciclette e monopattini in sharing. Atb cosa ne pensa?

Atb da tempo gestisce un servizio di bici negli stalli, la BiGi. Stiamo guardando con attenzione anche al fenomeno dei monopattini, su cui non ho dati di utilizzo ed è sicuramente presto per dare un giudizio definitivo: il Comune ha fatto bene a introdurlo, sulla scia di altre città che hanno sicuramente caratteristiche differenti, ma oggi la mia impressione è che non siano un’alternativa all’auto ma più un modo per evitare di muoversi a piedi. Sono invece molto favorevole alla creazione di piste ciclabili o corsie ciclabili, che sono sicuramente migliorabili ma almeno hanno legittimato la presenza del ciclista sulla strada. Tutti hanno il diritto di utilizzare la strada, dobbiamo creare una forma di rispetto reciproco.
Un dato significativo emerso durante il lockdown è stato l’incremento dell’uso della bici e della voglia della gente di utilizzarla. Ne dovremo tenere conto. Sicuramente è un lavoro lungo, perchè prevede un cambio culturale, ma si può fare: l’emergenza Covid può costituire l’occasione perchè tutti abbiano un rapporto diverso con mezzi privati, pubblici, bici e monopattini e auspico che ci sia più educazione da parte di tutti.

Un’ultima domanda: ha un sogno per la mobilità della città di Bergamo?

Un sogno mio, più che di Atb: mi auguro una città il più possibile libera dalle automobili. Dove circolino il maggior numero di mezzi elettrici, di mezzi pubblici anche in forma magari più ridotta che consentano al cittadino di spostarsi con più tranquillità e con un rapporto diverso con la città. Il percorso è già avviato, ci vorrà del tempo, ma ho la convinzione che questa possa essere davvero l’occasione per fare un balzo in avanti.

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