• Abbonati
Serial ma non troppo

“We Are Who We Are”: adolescenza alla Guadagnino

La serie è una produzione italo-americana, che vede la collaborazione Sky Italia e HBO. I primi due episodi hanno debuttato venerdì 9 ottobre

We Are Who We Are: già dal titolo Luca Guadagnino – regista italiano che ha posto la sua firma su grandi lavori, tra i quali Chiamami con il tuo nome (2017) e il remake di Suspiria (2018)– mette ben in chiaro cosa, anzi chi, è l’oggetto, il nucleo vivo e palpitante della sua nuova serie, di cui tra l’altro è lo showrunner. La serie è una produzione italo-americana, che vede la collaborazione Sky Italia e HBO. I primi due episodi hanno debuttato il 9 ottobre, per un totale di otto episodi.

Di cosa parlare We Are Who We Are?

Siamo nel 2016. Il quattordicenne Fraser Wilson (Jack Dylan Frazer) è un giovane ragazzo americano costretto a trasferirsi nella base militare americana in Italia, a Chioggia, poiché la madre ha appena ricevuto una promozione, diventando colonnello e quindi responsabile dell’intera base. Ma essere Fraser non è sicuramente semplice, in particolare se deve fare amicizia con i coetanei presenti nel campus. Nel suo peregrinare alla scoperta della nuova casa e della “cittadina” in miniatura, rimane particolarmente colpito da una ragazza: Caitlin (Jordan Kristine Seamòn), che vive alla base con i genitori e i fratelli da qualche anno. Particolarmente incuriosito da lei, un pomeriggio Fraser decide di seguirla in bicicletta. Vedrà Caitlin fingersi un uomo, farsi chiamare Harper e prendere il numero da una ragazza. Da quel momento il legame fra i due diventerà indivisibile.

L’adolescenza di Guadagnino è fatta di prime esperienze, di emozioni turbanti e di molte parole non dette. La serie ha già da subito fatto parlare di sé, con un occhio di favore da parte della critica, che in maggior parte ha trovato inevitabile il confronto con un’altra serie di grande successo – che tratta il complicato e sfaccettato mondo dell’adolescenza d’oggi, ossia: Euphoria. Il confronto è comunque solo una conseguenza non rilevante.

Centrale è il risultato ottenuto da Guadagnino: dimenticate i soliti teen movie di marca americana, We Are Who We Are è una serie profondamente radicata nel luogo in cui è ambientata, una commistione di cultura italiana e americana, a tal punto che è difficile stabilire dove inizi una e finisca l’altra.

Ma stabilire confini non è una necessità, anzi non è nemmeno una possibilità contemplata, dato che Caitlin e Fraser di confini non ne hanno e cercano di liberarsi da quelli imposti dai propri genitori e amici. Loro si sentono liberi di provare, tastare, capire chi vogliono essere, cambiando forme, muovendosi, senza mai fermarsi. Questo ovviamente li porta allo scontro con i coetanei, con le rispettive famiglie, ma trovano uno nell’altro un safe space. Fraser e Caitlin sono due kindred spirit trovati per puro caso.

Nuovamente, nel pieno stile poetico di Guadagnino – molti i parallelismi fra Fraser ed Elio, protagonista di Call Me By Your Name interpretato da Chalamet – nella serie si pone grande attenzione alle sensazioni, alle emozioni nascoste che non trovano ragione, ma escono, si fanno sentire e portano ad una reazione dei corpi: che sia d’amore o di violenza.

Guadagnino riesce nell’impresa di regalare una storia unica nel suo genere, che fornisca un’impressione, un affresco abbozzato della gioventù di oggi, inafferrabile, senza contorni, ma fortemente presente e con una voce, così forte da urlare ed affermare: siamo chi siamo.

Iscriviti al nostro canale Whatsapp e rimani aggiornato.
Vuoi leggere BergamoNews senza pubblicità?   Abbonati!
commenta

NEWSLETTER

Notizie e approfondimenti quotidiani sulla tua città.

ISCRIVITI