Titolo: Greenland
Regia: Ric Roman Waugh
Durata: 119’
Interpreti: Gerard Butler, Morena Baccarin, Roger Dale Floyd, David Denman, Brandon Quinn
Valutazione: ***
Quando l’asteroide “Clarke” passa in prossimità della Terra le persone non stanno più nella pelle: tutti i telegiornali ne parlano e presto in molte parti del mondo sarà addirittura possibile vedere il corpo celeste ad occhio nudo, almeno secondo le stime delle principali agenzie spaziali.
Tali calcoli si riveleranno però errati e “Clarke”, dopo essere entrato in contatto con l’atmosfera terrestre, inizierà a frammentarsi e a creare una moltitudine di meteore che metteranno a serio rischio la sopravvivenza dell’umanità.
Il protagonista della storia è John (Gerald Butler): un costruttore di grattacieli sposato con Allison (Morena Baccarin), con cui sta vivendo una relazione tutt’altro che idilliaca, e padre del piccolo Ralph (Roger Dale Floyd).
Dopo aver appreso di essere stato selezionato dal governo degli Stati Uniti per far parte di quell’1% della popolazione che sarà chiamata a ricostruire il mondo dopo la calamità spaziale, il suo unico obbiettivo diventerà quello di portare la famiglia al sicuro nel solo bunker ideato per questo tipo di eventi. Tale luogo è situato però in Groenlandia e arrivarci risulterà più difficile di quanto ci si potesse aspettare.
Andare al cinema per vedere un colossal in cui l’umanità deve lottare per la propria sopravvivenza non è certo il meglio che si possa fare in questo peculiare periodo storico, ma per “Greenland” è giusto fare un’eccezione.
Grande merito della pellicola di Ric Roman Waugh (ex stunt-man noto tra gli anni ‘80 e ‘90 per aver partecipato a film del calibro di “I nuovi eroi”, “L’ultimo dei Mohicani”, “Last Action Hero” e “Arma Letale 2” e regista di “Attacco al Potere 3”) è infatti quello di portare in scena una storia che, pur presentando molti dei cliché tipici del “disaster movie” americano, si fonda coraggiosamente sui rapporti umani e sulla loro fragilità, piuttosto che su effetti visivi mozzafiato.
Investire su di una sceneggiatura valida piuttosto che su di un compartimento grafico (comunque di qualità) capace di creare ogni tipo di scenario immaginabile avvicinandosi al foto realismo non è infatti un valore da dare per scontato e se a questo, oltre che ad una fotografia sapientemente gestita con tonalità scure e soffocanti, rischiarate saltuariamente dagli impatti dei meteoriti, si aggiunge un’interpretazione dalla fortissima carica emotiva di un sorprendete Butler, ormai sempre più calato nella ruolo del coriaceo protagonista di action movie, è chiaro come “Greenland” rappresenti un bello strappo alle regole canoniche del film apocalittico.
In un mondo al collasso le uniche certezze a cui aggrapparsi per uomo senza speranza diventeranno improvvisamente la solidarietà verso il prossimo, la famiglia ed i suoi affetti, vero motore che lo spingeranno ad arrivare (letteralmente) fino in capo al mondo per tentare di sfuggire ad un epilogo a cui miliardi di persone si sono ormai rassegnate.
Battuta migliore: “Il cielo sta andando a fuoco!”
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