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Lettere

La lettera

“Dall’ospedale di San Giovanni Bianco a Bergamo per una frattura alla mano, è questo il diritto alla salute?”

Lo sfogo di una lettrice: "Non è possibile, con un ospedale a pochi metri da casa e dopo avere atteso ore, essere mandati in città perché l'ortopedico è in sala operatoria ed è al pronto soccorso un'ora al giorno. Così un'altra ora di traffico e altre ore di attesa al Papa Giovanni, è assurdo"

“Da cittadina italiana, lombarda, residente a San Giovanni Bianco, non posso far altro che denunciare il problema. Chi gestisce deve immediatamente prendere atto della grave situazione che sta vivendo la Valle Brembana”.

Comincia così la lettera che una cittadina ha inviato alla redazione di Bergamonews, stanca delle frequenti problematiche dovute anche ai tagli dei servizi all’ospedale di San Giovanni Bianco. Tagli che sono stati più volte denunciati – anche recentemente – dai sindaci della valle: attività ambulatoriali erogate con orario ridotto, sospensione del servizio H24 dell’auto medica, sospensione dei test mammografici, chiusura del servizio di fisioterapia al poliambulatorio di Zogno.

Un mio parente ha avuto problemi ad una mano e, com’è normale che sia, si è rivolto al pronto soccorso di San Giovanni Bianco dove, dopo una radiografia, hanno riscontrato una frattura – scrive nella lettera -. Tutto nella ‘norma’, se non fosse che subito dopo è stato mandato all’ospedale di Bergamo per ulteriori valutazioni e per l’ingessatura dell’arto. Non è possibile, avendo un ospedale a pochi metri da casa, dopo aver fatto ore e ore di attesa lì, che ci mandino a Bergamo perché l’ortopedico è in sala operatoria ed è presente al pronto soccorso solo per un’ora al giorno. È una situazione assurda, seguita da un’altra ora di traffico e ulteriori ore di attesa al Papa Giovanni”.

Un episodio che in questi ultimi anni non si può purtroppo derubricare come isolato. “Non si può parlare poi di diritto alla salute e di benessere del paziente – continua la lettera -. Basti pensare alle persone più fragili, agli anziani, alle persone che non possono chiedere aiuto ad altri, anche solo per gli spostamenti dai paesi di montagna”.

Una situazione resa ancora più complicata vista anche l’attuale emergenza sanitaria dovuta al Covid-19. “Se vogliamo evitare che il virus si diffonda ulteriormente, a mio avviso, questo è il modo peggiore per farlo. I nostri paesi – conclude – hanno passato momenti duri, nei quali l’ospedale di San Giovanni Bianco ha dato una grossa mano. A quanto pare, il Covid-19 non ha cambiato la mente di chi non capisce che l’ospedale è la salvezza per tutti noi che viviamo in Valle Brembana”.

Lettera firmata

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