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Multiservizi

Settemila lavoratori da 7 anni in attesa del Contratto: “Da angeli alla serie B”

“Dopo essere assurti a livello di angeli durante la pandemia, che aveva reso il loro lavoro preziosissimo – dicono dalle segreterie provinciali delle categorie di Cgil, Cils e Uil -, l’uscita dall’emergenza ha riportato lavoratrici e lavoratori del comparto al solito livello di lavoratori di serie B

Fanno parte della schiera degli invisibili: sono i 7 mila lavoratori bergamaschi del settore Multiservizi che, con i 450 mila colleghi sparsi su tutto il territorio nazionale, attendono da 7 anni il rinnovo del Contratto.

Ancora di più hanno continuato a farlo anche durante la pandemia che li ha costretti a lavorare in condizioni, purtroppo, non sempre adeguate.

A lanciare l’allarme sono i sindacati di categoria che mercoledì hanno tenuto un incontro con tutti i delegati per discutere della situazione e decidere quali azioni intraprendere. Filcams Cgil, Fisascat Cisl e Uiltrasporti Bergamo hanno riunito nella sala del Mutuo Soccorso di via Zambonate qualche centinaio di delegati, per discutere con loro della situazione e proporre iniziative per lo sblocco della trattativa, praticamente ferma da luglio, quando le associazioni datoriali hanno fatto saltare tutti gli incontri previsti.

“Dopo essere assurti a livello di angeli durante la pandemia, che aveva reso il loro lavoro preziosissimo – dicono dalle segreterie provinciali delle categorie di Cgil, Cils e Uil -, l’uscita dall’emergenza ha riportato lavoratrici e lavoratori del comparto al solito livello di lavoratori di serie B. Le condizioni di lavoro sono sempre pessime, e da sette anni sono in attesa di un contratto che non arriva: l’attenzione su di loro è durata poco e nell’arco di qualche mese i buoni propositi e la riapertura del tavolo contrattuale sono scemati”.

Inoltre, questi lavoratori sono spesso vittime di appalti al massimo ribasso che tagliano il costo del lavoro peggiorando le condizioni. Ne è esempio la situazione delle lavoratrici Markas presso l’ospedale di Treviglio, “che hanno subito un taglio notevole sulle ore, e quindi sullo stipendio. Al momento, il direttore del nosocomio ha preso un mese di tempo per valutare insieme all’azienda le possibilità da introdurre per non far pesare sulle lavoratrici tutto il peso dei risparmi approntati”, o quello delle lavoratrici dell’appalto di Bergamo Est, anch’esse colpite da un taglio sostanziale del proprio monte ore.

I sindacati sono in attesa di una convocazione per verificare quali soluzioni verranno presentate.

Intanto, per il Contratto nazionale Multiservizi, “dopo 7 anni – hanno insistito i sindacalisti bergamaschi durante l’incontro – le dichiarazioni di disponibilità a concludere il rinnovo da parte delle Associazioni datoriali sono solo parole, non seguite da comportamenti coerenti e da un cambio di impostazione nei contenuti. Con la pandemia molte imprese hanno aumentato i fatturati, ma per riconoscere il giusto rinnovo del Contratto continuano a fare richieste che mettono in discussione diritti e retribuzioni. Non serve perdere altro tempo, i lavoratori non hanno bisogno di grandi titoli sui giornali quando svolgono il loro lavoro in condizioni di emergenza: a loro serve il riconoscimento del lavoro attraverso il rinnovo del contratto nazionale, e magari di una legge contro il massimo ribasso nei cambi di appalto”.

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