La politica dei giovani e le prospettive del settore giovanile dell’Atalanta hanno avuto nel corso degli anni un’evoluzione che porta a diverse e spesso contrastanti conclusioni. Tutte positive alla voce bilanci, opinabili da parte del partito “i giovani vediamoli con la maglia nerazzurra”.
A destare sorpresa è la cessione all’ultimo giorno di mercato del giovane (classe 2002) Traorè (o come volete, Diallo). Niente Parma in prestito secco con rammarico di quest’ultimi: per lui c’è lo United, per una cifra che alla fine non dovrebbe essere inferiore a 40 cucuzzi. Un altro affare Kulusevski con un comune denominatore di non avere disputato con la maglia nerazzurra nemmeno una intera partita.
Kulusevski non era nelle grazie di Gasperini come non lo era Bastoni, altro giocatore che a Bergamo si è visto veramente poco. E che dire di Ibanez, due anni sotto le Mura ad imparare per poi diventare titolare a Roma.
Al contrario Traorè o Diallo che sia, pareva apprezzato da Gasperini fin dai primi passi nelle formazioni minori.

Se andiamo indietro nel tempo anche Gabbiadini, non ben visto da Colantuono, fu presto venduto. Unica meteora è stata Gianpaolo Bellini, rimasto fedele per sua scelta ai colori nerazzurri.
Rassegnazione o presa d’atto il sentimento che tiene banco in queste ore? La società deve fare scelte di pancia non subito digeribili? E Gasperini quanto incide nelle decisioni?
A mercato concluso appare chiara la scelta anche da parte sua: vuole giocatori già pronti, o quasi, perché gli obiettivi sono cambiati. L’Atalanta corre per i primi posti e la Champions non può attendere i giovani, quindi politica del tutto nuova e diversa che in Europa cavalca ora solo l’Aiax.
Voto positivo per il mercato dell’Atalanta con un paio di spigolature. Sulla carta sugli esterni ci sono due titolari di livello, anche qui la politica è cambiata perché è facile scriverlo oggi, ma Hateboer e Gosens erano acerbi e sconosciuti quando arrivarono a Bergamo: l’augurio che i declinati sostituti di oggi, che portano i nomi di Depaoli, Piccini e Mojica, apprendano in fretta, altrimenti saranno dolori. Gasperini non tollera, chiedere a Bellanova, Czyborra e Reca mai entrati nelle scelte del mister.

Da diverse stagioni si cerca un’alternativa a de Roon, diventa inspiegabile la rinuncia a Tameze che di fatto lascia scoperto un ruolo delicato nello scacchiere del Gasp che, non a caso, insiste su Pasalic che sta dando prova di grande adattabilità, come dovrà fare lo stesso Pessina, confermato e destinato a dimostrare le qualità finora espresse solo in parte. Perché Bergamo non è Verona e la nuova Atalanta (stadio nuovo e Zingonia invidiata da tutti) ha bisogno di qualità per confermare certi obiettivi che non sono più “la salvezza prima di tutto”, mantra simpatico quanto fuori dal tempo del presidente.
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