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L'intervista

I Blue Wit da Bergamo a X Factor: “Ci ha iscritti mio fratello durante il pranzo di Natale”

La giovane band nella prima puntata ha conquistato i giudici di X-Factor.

Amore per la musica, apertura mentale e tanta umiltà. Queste sono le parole chiave della giovane band di Bergamo, i Blue Wit, che nella prima puntata, hanno conquistato i giudici di X-Factor.

Composto da tre ragazzi di 23 e 24 anni, Francesco Pedrinoni alla voce e alla chitarra, Edoardo Nosari alla batteria e Manuele Mariani al basso; il gruppo ha deciso di puntare sin dalla sua nascita sul genere “alternative rock” e “pop-rock”, anche se l’obiettivo è quello di aprirsi a nuovi orizzonti, dal rap al pop passando per la trap.

Nata nella primavera del 2019, la formazione si trova ancora oggi a provare nel seminterrato di Edoardo, tappezzato di lucine; usufruendo per la produzione dell’aiuto di due amici e registrando a volte in compagnia degli Iside, altro complesso orobico.

“Io e Edoardo abbiamo sperimentato parecchio in diverse band con ruoli minori – sottolinea Pedrinoni -. Verso febbraio sono andato a trovarlo in Austria, dove stava finendo l’Erasmus. È lì che abbiamo iniziato a suonare davvero insieme e a scrivere pezzi. Manuele invece si è aggiunto ad agosto”.

Nonostante i Blue Wit siano nati da poco, la musica ha sempre fatto parte della vita dei tre giovani musicisti: Manuele Mariani collabora con diverse band portando avanti una tradizione famigliare, medesimo discorso per Francesco che, all’età di sei anni ha chiesto alla madre di comprargli una chitarra e non l’ha più lasciata.

blue wit

Ma come è nata l’idea di partecipare ai casting di XFactor? “Ci ha iscritti mio fratello durante il pranzo di Natale – racconta il cantante – È  nato come inside-joke che poi si è rivelato vero. Siamo andati a Milano a fare i pre-casting ancora quando c’era l’autocertificazione. Non abbiamo deciso di iscriverci a X Factor per farci vedere in televisione, ma perché, essendo musicisti, quel che ci interessa davvero è avere l’opportunità di portare in giro la nostra arte e ciò che sappiamo fare.”

Il nome del complesso si rispecchia inoltre nei suoi componenti e nelle loro canzoni, come si può vedere dai termini scelti. Blue: malinconia e profondità; Wit: ironia, capacità di usare le parole.

Per quanto apparentemente possa sembrare un ossimoro, i loro testi trattano di una necessità di evadere dalla realtà che li circonda, di guardare oltre e della consapevolezza che per raggiungere una libertà interpersonale è necessario abbandonare i preconcetti che ciascuno ha nella propria testa

Un esempio sono i versi della canzone “Solance” che da poco ha compiuto un anno: “Siamo davvero legati a questa canzone, è quella che ci ha dato il via. Ci abbiamo lavorato parecchio anche insieme ai nostri amici-produttori – sottolinea Pedrinoni – Sono due minuti e venti nati con l’idea di rappresentarci in modo particolare. Musicalmente vogliamo fare dei passi avanti, ma ‘Solace’ è la radice da cui partiamo.”

E per il futuro? “La cosa più bella del mondo sarebbe prendere la chitarra, metterla in valigia e andare a fare date di tour in tutto il mondo, magari a bordo di un furgoncino, se solo si potesse. Ci piacerebbe portare in giro la nostra musica, magari anche all’estero.”.

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