Sono state ufficialmente archiviate le posizioni degli otto indagati per inondazione colposa in merito ad alcune esondazioni del fiume Seveso tra il 2010 e il 2014 a Milano. Sotto inchiesta erano finiti gli ex sindaci Letizia Moratti e Giuliano Pisapia, gli ex assessori comunali Marco Granelli e Riccardo De Corato, oltre all’ex governatore regionale Roberto Formigoni, gli assessori delle sue giunte Davide Boni e il leghista bergamasco Daniele Belotti, oltre a due dirigenti regionali.
Il gip Raffaella Mascherino ha di fatto condiviso la richiesta di archiviazione che a maggio 2019 aveva presentato la stessa pm Maura Ripamonti dopo quattro anni di indagini.
In merito alle esondazioni è stato sancito che a tutti gli indagati, vista l’entità delle opere idrauliche da realizzare, “non possa essere attribuito un rimprovero, in termini di mera colpa, per non aver eseguito o completato le opere provvisionali” per due ordini di ragioni: l’elevato costo con le difficoltà di reperire i finanziamenti e i continui ricorsi legali di comitati di residenti e del comune di Senago sul cui territorio era prevista una vasca di laminazione.
“Sono soddisfatto che il gip abbia definitivamente messo fine a questa inchiesta – dichiara Belotti – ma non posso non essere perplesso leggendo le motivazioni. Ho passato cinque anni sotto inchiesta con l’accusa pesantissima di non essermi attivato ad arginare le esondazioni del Seveso che vanno avanti da 50 anni, salvo poi leggere nelle motivazioni del pm che durante il mio breve mandato ‘si inserisce il periodo forse più proficuo, portando alla firma dell’Accordo di programma, quale primo e più importante tassello per la soluzione del problema delle esondazioni ed alla conseguente definizione dei primi interventi strutturali cui furono assegnate le relative risorse: si tratta dell’adeguamento del Canale Scolmatore Nord Ovest per 23,4 milioni di euro e della realizzazione della vasca di laminazione a Senago per l’importo di 10 milioni di euro’”.
“Resta quindi il rammarico di essere stato, per l’ennesima volta, sbattuto sulle prime pagine dei giornali per un reato inesistente – conclude Belotti -. Ringrazio nuovamente l’avvocato Marco Saita che, come sempre, ha impostato una difesa puntuale e documentata”.
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