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In lombardia

Vaccino antinfluenzale, 5 gare deserte su 9: salta maxi fornitura d’urgenza

Nove bandi, ma solamente 4 chiusi per un totale di 1 milione e 800 mila dosi. Carretta (Azione) e Pd Bergamo: "Altro fallimento, la Regione spieghi"

Sulla polemica vaccini anti-influenzali grava un dato pesante per una regione come la Lombardia, soprattutto dopo quello che il Covid-19 ha fatto all’interno dei suoi confini: 9 bandi di gara, ma solamente 4 chiusi per un totale di 1 milione e 800 mila dosi.

Carretta (Azione): “Giusto farsi domande”

“Un numero molto al di sotto del fabbisogno minimo regionale – commenta Niccolò Carretta, consigliere regionale bergamasco di Azione, il partito di Carlo Calenda -. Oltre ad un più che doveroso bagno di umiltà vista la figuraccia sulle gare per ottenere le dosi di vaccini, occorrerebbe che l’assessore Gallera lasciasse perdere le polemiche e incominciasse a spiegare perché, nell’anno in cui il vaccino sarebbe dovuto essere garantito a tutti con l’obiettivo di distinguere in maniera più nitida il Covid da una normale influenza di stagione, Regione Lombardia chiami in causa per l’ennesima volta il Governo e abbia completamente fallito la campagna di approvvigionamento delle dosi. Tutto questo – prosegue – senza tenere in considerazione la grave scelta che è trapelata di non vaccinare tutto il personale sanitario privato accreditato che, non si capisce come mai, avendo comunque contatto con il pubblico subirà un trattamento di serie B”.

Poi aggiunge: “Nessuna campagna di sensibilizzazione in vista sull’importanza di vaccinarsi, probabilmente perché Regione Lombardia non potrà, ormai quasi senza dubbi, offrire il vaccino a tutta la popolazione. Già durante l’estate avevamo allertato gli Assessorati di agire tempestivamente e ottenere le dosi necessarie, ma come si può constatare giorno dopo giorno la Giunta ha preferito non ascoltare le opposizioni per partito preso e scaricare il barile sul Governo in pieno stile leghista. Ritengo questo atteggiamento e queste scelte – conclude Carretta – molto gravi e, ormai, sono più che certo che i cittadini si stanno accorgendo dell’inadeguatezza di gestione da parte di questo esecutivo regionale”.

Il Pd Bergamo:  “Per la Regione era tutto a posto”

“Fontana e Gallera ci hanno sempre risposto che era tutto a posto, che la Regione aveva fatto più del necessario – rincara il Pd Bergamo -. Quando a chiedere conto delle promesse è stato il Comune di Milano, Gallera ha risposto addirittura con rabbia. Però i fatti sono testardi: il Ministero della Salute consigliava di anticipare la campagna vaccinale ai primi di ottobre e di vaccinare almeno il 75% dei cittadini dai 60 anni in su, puntando al 95%. Sono poco meno di tre milioni i lombardi con queste caratteristiche e oggi la Regione si è assicurata, per questa e altre categorie, esclusi gli operatori sanitari e i bambini da zero a sei anni, 1,72 milioni di dosi, poco più della metà. I vaccini non bastano, intere categorie sono scoperte, e questo per errori e sottovalutazioni di Fontana e Gallera. Ora è inutile che facciano la faccia feroce: occorre trovare presto una soluzione, per la salute dei lombardi”.

La vicenda

Il milione e mezzo di vaccini contro l’influenza che avrebbero dovuto arrivare in Lombardia non arriveranno mai. Questo perché l’ultima gara della Regione – come riporta il Corriere della Sera – non è stata aggiudicata.

È quanto emerge da un documento di Aria, l’Azienda regionale per l’innovazione e gli acquisti, che il 30 settembre spiega come nessuno in questo momento sia in grado di offrire sul mercato quel che serve in tempi compatibili con la campagna antinfluenzale (la cui partenza, su indicazione del ministero della Salute, avrebbe dovuto essere anticipata a inizio ottobre). L’unica azienda a partecipare è la Life’On (GuoYaoZhunZi è l’authorization marketing dell’Fda cinese) che offre i vaccini al prezzo di 22 milioni e 687 mila euro (7,6 milioni in più rispetto al bando) e che non riuscirebbe a fornire le dosi richieste prima di 80-90 giorni.

La gara in questione era stata indetta il 7 settembre. Richiesta: 1,5 milioni di dosi, al prezzo di 10 euro l’una, per un totale di 15 milioni di euro. L’11 settembre Aria rettifica la procedura per renderla più appetibile, ammettendo il pagamento anticipato dei 15 milioni, cosa che non avviene praticamente mai. Da considerare anche i 10 euro a dose messi sul tavolo: sono il doppio rispetto a quanto offerto nelle prime gare. Neppure così, però, Regione Lombardia porta a casa il risultato. È il segno che ormai le disponibilità del mercato sono andate ad esaurirsi.

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