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Bergamoscienza

Piero Angela e il potere delle convinzioni: quando la nostra mente crede l’impossibile

Ospite speciale dell'evento di Bergamo Scienza nella serata del 4 ottobre è stato Piero Angela, affrontando il tema di come la scienza abbia un impatto sulla nostra mente

Parlare di scienza significa spesso parlare di certezza, eppure esistono ancora oggi delle credenze che sono “dure a morire”.

A confermarlo è stato il conduttore televisivo Piero Angela, protagonista della conferenza “Dimmi in cosa credi e ti dirò chi sei” inserita nel programma di BergamoScienza 2020.

Intervistato dal direttore del Comitato Italiano per il Controllo sulle Pseudoscienze Massimo Polidoro, l’esperto ha voluto riflettere e analizzare le diverse credenze irrazionali presenti in un individuo, dalle più banali alle più devastanti, attraverso una serie di aneddoti ed esperienze personali.

“La cosa che mi colpisce è per esempio la scaramanzia” ha esordito così Piero Angela, raccontando come questa credenza sia spesso ingenua anche senza conseguenze ma che, tuttavia, dimostra come possa effettivamente esserci qualche inspiegabile energia che percepiamo: il cosiddetto “pensiero magico”.

Esistono al contrario altri fenomeni provati invece dalla scienza, basti pensare all’effetto placebo. Una persona infatti può credere ciò che vuole e a volte questo ha un impatto sulla propria realtà.

Un esempio in questo campo è quello dell’oroscopo, considerato dal divulgatore scientifico al pari di una “droga leggera”, ribadendo che se è vero che le stelle influenzano il destino e il carattere individuale di ciascuno, sarebbe comunque un aspetto che non potremmo spiegare.

A questo proposito la meccanica quantistica esiste e cerca di trovare risposte che attualmente risultano essere le più complete, in grado di descrivere il comportamento della materia e le sue reciproche interazioni a livello atomico e subatomico.

Angela afferma di aver imparato che, quando gli individui sono convinti da alcune argomentazioni, risulta molto difficile se non impossibile “schiodarle ne avere un dialogo”. Ecco che con buona educazione generalmente il giornalista risponde: “Non ci sono le prove”.

In molti spesso si chiedono se nella sua lunga carriera da giornalista e divulgatore, il saggista torinese non abbia trovato qualcosa di sospetto. Per rispondere a tale quesito Angela ha utilizzato la metafora dei cavalli che non parlano: “Se tutti i cavalli non parlano, non può esistere un cavallo diverso dagli altri. Se ce ne fosse uno, sarebbe pari ad un fenomeno paranormale”

Altri prendono come riferimento l’illusione di poter spostare un oggetto con la mente, “e c’è gente che vive di ciò e ne fa un mestiere, peccato che non vedano il filo nascosto sotto”, aggiunge Angela.

Tante volte è un’esperienza personale che ti porta a credere qualcosa di paranormale. È come se la nostra mente “aggiustasse il racconto”. La stessa cancella, distorce e generalizza al fine di risparmiare energia cognitiva. In aggiunta, crea anche collegamenti e sinapsi, e i sogni possono esserne un esempio.

A questo proposito esiste la selezione positiva: se si pensasse a un sogno premonitore ad esempio, fino a che punto vale e quanto invece la persona va a ricercare tratti simili da un avvenimento realmente accaduto? Non è forse vero che ogni notte sessanta milioni e oltre di sogni vengono realizzati dalle nostre menti in tutto il mondo, e tra questi ce ne sono altrettanti mai avverati?

In uno dei suoi libri, Piero Angela fa un esempio di un centro a Utrecht, in Olanda, di parapsicologia e di come poi siano state chiuse le ricerche poiché prive di fondamenta scientifiche.
Ecco che le persone sono molto influenzate e hanno bisogno di credere in qualcosa, trovare risposte e giustificare questa misteriosa esistenza.

Resta valido sempre il metodo e il controllo meticoloso dei risultati e delle informazioni. Bisogna non fidarsi troppo del proprio giudizio e avere una mente aperta, “ma non troppo aperta che poi il cervello casca per terra”.

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