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In bergamasca

Legambiente attacca i sindaci della Bassa: “Troppi poli logistici, suolo svenduto”

Paolo Falbo: "Si sta trasformando un'area che ha vissuto con ritmi tranquilli, in una caotica periferia industriale europea strabordante di traffico"

Un’area equivalente di oltre 300 campi di calcio, questo è il consumo di suolo che si è realizzato in 3 anni nella Bassa Bergamasca, 18 nuovi ed enormi insediamenti quasi interamente dedicati ad impianti di logistica.

“I numeri parlano già da soli – sottolinea Paolo Falbo, presidente del circolo Legambiente Serio e Oglio –. Ma sono le modalità con cui si sta realizzando questo scempio a rendere il fenomeno inaccettabile e più grave di quanto appaia. Si sta trasformando un’intera area che ha vissuto con i ritmi tranquilli della vita rurale, in una caotica periferia industriale europea strabordante di traffico, soprattutto pesante. Con impatti alla lunga insopportabili ed insostenibili per il livello delle emissioni dovute al traffico e alle attività produttive, per l’inquinamento acustico, per l’alienante spettacolo del paesaggio stravolto. Un’offesa letale all’anima di questi luoghi”.

Il Circolo Legambiente Serio e Oglio punta il dito contro le amministrazioni comunali che hanno deliberato a favore dei recenti insediamenti, sottovalutando le ricadute generali delle loro scelte. A partire proprio dal tema lavoro, che è l’argomento principe con cui si cerca il plauso dell’opinione pubblica. Quale lavoro viene offerto da queste logistiche? Verranno garantiti salari decorosi oppure distribuiranno compensi di mera sussistenza? Quali e quanti lavoratori verranno assorbiti: manodopera locale oppure migranti economici? Diversi studi di settore sono già emersi che indicano la prevalenza di retribuzioni basse, assunzioni tramite cooperative, forte componente di migranti economici.

A rimetterci, inoltre, è la vitalità e la tradizione del commercio di vicinato. La nuova logistica, i grossi centri commerciali e l’e-commerce stanno strangolando da tempo i negozi tradizionali e determinano innumerevoli chiusure. Tutto questo è lavoro perso ed è un colpo tremendo alla qualità della vita dei cittadini della Bassa bergamasca. Così facendo si va verso un ulteriore e progressivo svuotamento dei loro centri storici.

Ancora più pesante la bocciatura di Legambiente per la Provincia di Bergamo. Sul tavolo dell’Ente sono transitati tutti i piani di insediamento logistico e non. La Provincia, quindi, è ed è stata pienamente informata sulla molteplicità dei progetti e l’entità del fenomeno in atto. L’associazione ambientalista ricorda che l’Istituzione ha piena facoltà di richiedere ed approfondire lo studio degli impatti ambientali, sociali ed economici cumulativi, e che è compito istituzionale dell’Ente quello di garantire la regia dello sviluppo sul territorio.

“Troviamo pertanto gravissimo che la Provincia abbia approvato ciascuno di questi progetti senza pretendere una valutazione strategica e complessiva degli impatti. Si tratta di progetti industriali concepiti ben lontano da Bergamo, senza alcuna conoscenza dei luoghi, senza alcun riguardo al paesaggio e alla qualità della nostra vita, calati nel quotidiano di chi questi luoghi li vive. Chi si sta preoccupando di informare e di cogliere il sentimento dei Bergamaschi rispetto a questi progetti che devasteranno l’identità stessa della terra in cui sono nati e cresciuti, e che fra qualche anno faticheranno a riconoscere?” conclude Falbo.

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