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Nella notte

Accordo su lavoratori Ubi in Intesa: 5.000 uscite volontarie, 2.500 assunzioni

Intesa Sanpaolo e i sindacati del credito hanno firmato l’accordo che definisce il perimetro occupazionale del gruppo in vista dell’integrazione di Ubi Banca,

Intesa Sanpaolo e i sindacati del credito hanno firmato l’accordo che definisce il perimetro occupazionale del gruppo in vista dell’integrazione di Ubi Banca, quando ai 61.172 lavoratori della banca guidata da Carlo Messina si andranno ad aggiungere i 19.609 della ex Popolare. Nella notte l’ok che prevede 5.000 uscite volontarie e 2.500 assunzioni: le uscite saranno scaglionate dal 2021al 2023, mentre le assunzioni saranno effettuate entro il 2023. L’accordo consente anche l’utilizzo delle norme relative a “Opzione donna” e “Quota 100”.

Per la precisione sono 2836 i lavoratori Lombardi del gruppo Intesa – UBI che matureranno, entro il 31dicembre 2026, i requisiti per accedere alle uscite volontarie previste dall’accordo tra istituto bancario e sindacati con l’accordo firmato ieri notte. Ogni due uscite, sarà effettuata una nuova assunzione. “Se pensiamo ai lavoratori più giovani della nostra provincia, in un quadro di mercato del lavoro particolarmente colpito dai mesi dell’epidemia, questo accordo assume anche un altissimo valore sociale”, sottolinea Giovanni Salvoldi, segretario generale di First Cisl Bergamo. “L’accordo assicura volontarietà per le uscite e solidarietà intergenerazionale. Persegue inoltre la salvaguardia occupazionale anche per i dirigenti e una maggiore sostenibilità dei carichi di lavoro, grazie alle 2500 assunzioni previste. Per quanto riguarda le nuove assunzioni abbiamo chiesto che sia riservata particolare attenzione al personale assunto a tempo determinato”.

“È un buon accordo che dà l’avvio alla fase di integrazione di UBI in Intesa Sanpaolo e che sancisce il principio della volontarietà delle uscite per pensionamento o prepensionamento. Bene soprattutto per le 2.500 assunzioni concordate a fronte di 5.000 uscite previste”: così Pierangelo Casanova, segretario generale della Fisac Cgil di Bergamo e coordinatore nazionale della Cgil per UBI, commenta l’accordo. “Nel confronto che abbiamo svolto è stato stabilito che i nuovi ingressi dovranno servire a supportare chi resta sul posto di lavoro in particolare nelle filiali sempre più in affanno. Come già dichiarato dall’Amministratore Delegato di Intesa, buona parte delle assunzioni sarà effettuata a Bergamo che, presumibilmente, sarà particolarmente interessata dalla cessione di sportelli a BPER, come previsto dall’Antitrust.”

“L’accordo siglato dopo un negoziato rapido ed efficace, permette di raggiungere un risultato basato, per entrambe le parti, sulla volontà di tutelare l’occupazione, di favorire lo sviluppo professionale delle persone, di rispettarne le aspirazioni”. Così il ceo di Intesa Sanpaolo, Carlo Messina. “In un quadro generale – aggiunge – segnato da una notevole complessità, confermiamo l’assunzione – a tempo indeterminato – di 2.500 giovani”.

“L’intesa raggiunta, la prima dopo la conclusione dell’Opas di Intesa su Ubi, oltre ad accompagnare le previste 5000 uscite volontarie, che saranno individuate tra quanti matureranno i requisiti previdenziali fino al 2026, prevede un parziale ricambio generazionale mediante 2.500 assunzioni. Offre inoltre pari certezza di accoglimento delle domande di uscita in precedenza non accolte, sia in Intesa sia in Ubi”, dichiarano i segretari nazionali First Cisl Domenico Iodice e Mauro Incletolli. “L’accordo di uscita persegue inoltre la salvaguardia occupazionale anche per i dirigenti e una maggiore sostenibilità dei carichi di lavoro, grazie al ricambio generazionale. Per quanto riguarda le nuove assunzioni abbiamo chiesto inoltre che sia riservata particolare attenzione al personale assunto a tempo determinato”.

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