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L'approfondimento

Furti, rapine, multe non pagate: a Bergamo un centinaio di “auto fantasma”

Sono intestate a prestanome e rappresentano un pericolo per gli altri e un danno per lo Stato. Ne parla il dirigente della Stradale Mirella Pontiggia

Le sanzioni dopo le violazioni più disparate non vengono mai saldate. Ma le “auto fantasma” sono utilizzate soprattutto per compiere reati di ogni genere, dai furti alle rapine, fino ai rapimenti e agli omicidi. Un fenomeno sempre più diffuso in Italia, e la provincia di Bergamo non fa eccezione.

Cosa sono? Si tratta di vetture intestate a società o soggetti prestanome, che ricevono un compenso di una cinquantina di euro per ogni mezzo. Persone spesso con un passato difficile, alcune con precedenti penali. Oppure in situazioni economiche precarie e per questo con necessità di denaro facile. C’è chi ne ha intestate anche un centinaio, che poi può “prestare” a chi delinque.

Sul territorio nazionale questi veicoli sono più di 40mila, intestati a circa 300 prestanome. A queste stime corrisponde un danno economico di oltre 100 milioni di euro all’anno per lo Stato. Oltre alle multe non pagate e i reati commessi, infatti, chi possiede queste vetture non salda il bollo, l’assicurazione e nemmeno i pedaggi.

C’è poi il capitolo degli incidenti stradali. Se un cittadino ha la sventura di essere coinvolto in un sinistro con un mezzo di questo tipo, il guidatore di quest’ultimo può fuggire e pur annotando il numero di targa non è più possibile ottenere eventuali risarcimenti. Nelle situazioni in cui il conducente non scappa, è possibile richiedere il risarcimento, seppur con i lunghi tempi della burocrazia. Per queste richieste, non bisogna rivolgersi alla propria assicurazione, ma al Fondo Vittime della Strada che copre i danni fisici per questo genere di incidenti, soprattutto nei casi in cui il proprietario del veicolo “fantasma” non ha i fondi sufficienti per rispondere con il proprio patrimonio.

Pontiggia

Difficile stabilire con esattezza quante sono queste auto a Bergamo. La Polizia Stradale, guidata dalla comandante Mirella Pontiggia, ne scova circa cinque all’anno, ma quelle che circolano lungo le nostre strade sono molte di più. Circa un centinaio, stimano gli agenti di via Galgario.

L’ultima operazione risale ai mesi scorsi, con la scoperta di una società che aveva intestato una quarantina di veicoli, scovati grazie a una lunga serie di sanzioni non saldate per un totale di quasi 20mila euro. E alla domanda degli agenti su dove fossero i mezzi, il titolare, un 56enne di Bergamo, ha risposto che li aveva prestati. L’uomo è stato sanzionato per i 20mila non versati e le auto saranno cancellate dal Pra, il pubblico registro automobilistico, in modo da renderle inutilizzabili.

Contrastare questo fenomeno comunque non è affatto semplice. Per agevolare il compito delle forze dell’ordine nel 2010 è stata introdotta una legge, che in realtà è una modifica dell’articolo 94 del Codice della strada. Non è ancora consentito però l’uso di videocamere, simili agli autovelox, per poter individuare le targhe e ricercarle nel database della Motorizzazione civile e dell’A.N.I.A (associazione nazionale delle imprese assicuratrici).

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