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Verso la riapertura

Il Donizetti ai tempi del Covid: 500 posti e la lirica va in scena in platea fotogallery video

Se lo spettacolo inaugurale del 19 novembre con Placido Domingo nel "Belisario" sarà in forma di concerto con orchestra, coro e artisti in palcoscenico, le altre opere del Festival vedranno lo spazio scenico rivoluzionato, anche per facilitare il rispetto delle norme sanitarie

L’esperimento aveva egregiamente funzionato lo scorso anno, alla prima mondiale de ‘L’ange de Nisida’. Così tanto da convincere la direzione del Festival Donizetti Opera a riproporlo quest’anno. Se lo spettacolo inaugurale del 19 novembre con Placido Domingo nel “Belisario” sarà in forma di concerto (con orchestra, coro e artisti in palcoscenico) le altre opere in programma si svolgeranno in uno spazio scenico completamente rivoluzionato: le poltrone in platea verranno smontate per far largo agli artisti, lasciando gli spettatori liberi di godersi lo spettacolo nei palchi e in galleria. Una scelta dettata anche dall’esigenza di facilitare il rispetto delle norme anti-Covid, garantendo a tutti un maggiore distanziamento sull’esempio di altri grandi teatri internazionali, come la Fenice di Venezia.

I numeri del teatro

Per la serata inaugurale del festival Donizetti Opera sono previsti oltre 500 posti – la metà di quelli effettivi – da predisporre secondo le nuove normative sanitarie (le vendite singole inizieranno il 23 ottobre). Sarà il debutto ufficiale del nuovo teatro, i cui lavori di restauro vedono ormai il traguardo: iniziati il 5 febbraio 2018 – con un costo stimato di circa 19,5 milioni di euro – sono stati finalizzati principalmente alla realizzazione di sale per l’orchestra nella zona sotto la platea, della buca orchestrale mobile, di un nuovo corpo edilizio per i camerini, una nuova biglietteria, così come nuovi sono i locali per il bar principale e per quello del pubblico della galleria. Nuovi anche il corpo ovest con gli uffici, le sala prove e per catering. Completamente restaurati i palchi, il soffitto di platea e il foyer.

Al cantiere hanno lavorato mediamente 50 persone al giorno, 80 quando si è dovuto recuperare il ritardo dovuto al lockdown. Sono stati posati quasi 2 mila metri quadri di tappezzerie decorative parietali, circa 1.800 mq di nuovi pavimenti in parquet. È stato installato un nuovo sipario tagliafuoco che misura 15 metri di larghezza per 12 di altezza e pesa complessivamente circa 25 mila chili; sono state utilizzate quasi 240 tonnellate di acciaio per rinforzi strutturali, nuove costruzioni e facciate. Dentro la struttura corrono 100 mila metri di nuovi cavi per gli impianti elettrici.

“Un lavoro imponente, pensato per fare del Donizetti un teatro moderno – spiegano dall’omonima Fondazione – in linea con le più recenti normative di sicurezza, ma soprattutto un luogo di aggregazione indipendente dagli spettacoli, vivibile tutto l’anno dalla città in spazi diversi”. Pronto, dopo una lunga attesa, a riprendersi la scena.

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