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Comune di bergamo

Gestione morti Covid, la Lega chiede chiarezza; Angeloni: “Polemica inconsistente”

Botta e risposta tra i consiglieri del Carroccio e l'assessore responsabile dei Servizi cimiteriali: "Io e i collaboratori abbiamo fatto il possibile, mettendoci a disposizione della città e dei nostri concittadini 24 ore su 24"

L’interpellanza urgente presenta la data del 25 maggio 2020 ed è stata firmata da tutti i consiglieri comunali di Bergamo della Lega: Rovetta, Carrara, Facoetti, Ribolla, Stucchi, Pecce e Bianchi. Il testo è stato ripresentato il 2 settembre e ha come oggetto la modalità di comunicazione con le famiglie dei defunti e imputazione delle spese di cremazione fuori città durante l’emergenza Covid-19.

Al centro vi è la richiesta, rivolta al Comune di Bergamo, di sapere quando e come sono state informate le famiglie dei defunti “dell’unilaterale decisione di trasportare le salme in altre Regioni per la loro cremazione”, riporta l’interpellanza. Alla base di tutto, un dubbio: le famiglie sono state tempestivamente avvisate di dove sarebbero stati trasportati i loro cari per la cremazione, così come sul rientro delle ceneri? Con la richiesta, implicita, rivolta all’amministrazione di sostenere per intero “o quanto meno compartecipare alle spese di cremazione che dovranno sostenere le famiglie dei congiunti defunti”, si legge nell’interpellanza. Chiedendo, anche, il perché “le famiglie dei concittadini defunti, chiamando il numero verde dedicato per avere informazioni di dove fosse la salma del di loro congiunto, hanno trovato la linea pressoché occupata”.

L’interpellanza è stata definita dall’assessore ai servizi cimiteriali, Giacomo Angeloni, “inconsistente” e la sua risposta non è tardata ad arrivare in una lunga lettera destinata al presidente del Consiglio comunale, Ferruccio Rota: “A questa polemica rispondo con la chiarezza dei fatti e l’efficienza del nostro lavoro nei giorni di crisi”, si legge.

“Nessuna città del nostro Paese è o sarebbe pronta ad affrontare un numero di decessi così elevato e così repentino: anche se si fosse deciso a gennaio di rinforzare ulteriormente il servizio del forno crematorio, i tempi del percorso normativo e burocratico non avrebbero mai consentito di disporre di nuovi forni già nel mese di marzo. Il forno di Bergamo ha lavorato al massimo della propria capacità per tutto il periodo della crisi Covid-19: di qui la ricerca di altri forni disponibili alla cremazione delle salme bergamasche. La precisa scelta – mia e del sindaco – nei giorni più difficili di marzo e aprile, è stata quella di trovare ogni mezzo per assicurare ai parenti dei defunti bergamaschi che almeno fosse rispettata la loro libera volontà sulla sepoltura, tumulazione o cremazione”, si legge nella lettera di Angeloni.

Riguardo la presunta mancata comunicazione con le famiglie, l’assessore precisa che “ogni convoglio militare le imprese funebri sono state avvisate con nota mail-pec sia della destinazione di ciascun defunto, sia delle tempistiche di rientro dell’urna cineraria. Infatti, da prassi amministrativa, l’onere di avvisare le famiglie circa le modalità e le procedure burocratiche del servizio cimiteriale, ivi compreso il luogo di cremazione, è in capo alle imprese, in qualità di mandatarie delle famiglie per l’esecuzione del servizio funebre”.

Così come assicura del funzionamento delle due linee telefoniche istituite apposta per dare informazioni ai parenti delle vittime: “Appare quanto mai pretenzioso chiedere delucidazioni sul perché in piena fase pandemica ed emergenziale un centralino risultasse occupato. Vi assicuro che io e i collaboratori abbiamo fatto il possibile, mettendoci a disposizione della città e dei nostri concittadini 24 ore su 24”, puntualizza; così come della spedizione di una lettera personalmente sottoscritta dal Sindaco Giorgio Gori a ogni famiglia interessata dal trasporto del defunto fuori comune, in cui si comunicava anche ogni singola destinazione.

Per concludere, in definitiva, con un chiarimento: “L’amministrazione si è mossa già da maggio nel sollevare le famiglie delle vittime da alcuni dei costi che hanno dovuto sostenere per il lutto. Il costo del trasporto obbligato dei feretri ai forni crematori extra-provinciali e il rispettivo rientro delle urne cinerarie non è stato addebitato alle famiglie, e pertanto quanto da voi riportato è falso. L’unica spesa di trasporto trovata in fattura dai dolenti era relativa al trasporto del feretro dal luogo di decesso al Cimitero Monumentale”.

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