L’ipotesi è sempre la stessa: dopo la riapertura delle frontiere, le compagnie hanno continuato a cancellare i voli con poche prenotazioni, nascondendosi dietro non precisati motivi legati al Covid-19. Una pratica in uso già da giugno, pochi giorni dopo la fine delle restrizioni. Così, dopo aver indagato Alitalia e Volotea, ora l’Antitrust ha messo gli occhi anche su Ryanair, EasyJet, Vueling e Blue Panorama.
L’Autorità Garante della concorrenza e del mercato spiega di aver avviato i procedimenti istruttori “in base a un crescente numero di segnalazioni da parte dei consumatori”. I voli, continua la nota, sono stati venduti e poi cancellati “pur essendo programmati per un periodo nel quale non erano più vigenti i limiti di circolazione imposti dai provvedimenti governativi”. Un’operazione mirata a fare cassa, almeno nel breve periodo, visto che dopo aver cancellato il viaggio nessuno dei vettori ha offerto un’alternativa tra voucher e rimborso, imponendo il primo.
Alle società viene infatti anche contestato “di aver predisposto un servizio di assistenza oneroso e carente sia in relazione ai tempi di attesa sia alle modalità di contatto messe a disposizione dei passeggeri, costretti a utilizzare esclusivamente un numero telefonico a sovrapprezzo, difficilmente raggiungibile”. Dopo l’avvio dell’istruttoria nello scorso luglio, Alitalia e Volotea hanno reintrodotto la possibilità di scelta tra voucher e rimborso: la speranza dei consumatori è che possa accadere lo stesso anche per le quattro compagnie finite a loro volta nel mirino dell’Antitrust.
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