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Rotary club

Daniele Cassioli, campione, non vedente, di sci nautico si racconta in un libro

Negli ultimi anni il campione ha creato l’Associazione Sportiva Dilettantistica Real Eyes Sport, una Onlus che si dedica ai bambini non vedenti e ipovedenti

La cosa che colpisce maggiormente di Daniele Cassioli, appena lo si conosce, è la disarmante semplicità con la quale racconta la sua storia. È, la sua, una vita iniziata da non molto – ha 34 anni – eppure, in questi brevi decenni, ha conquistato 22 medaglie d’oro ai Mondiali e 25 medaglie d’oro agli Europei di sci nautico. Uno sport assai impegnativo da affrontare: occorrono lunghi allenamenti, muscoli, prontezza di riflessi; occorre soprattutto, o meglio occorrerebbe, vederci molto bene.

La straordinarietà di Daniele Cassioli, invece, è il suo essere non vedente dalla nascita. Nonostante ciò, si tratta del più forte atleta paralimpico di sci nautico di tutti i tempi.

Il Rotary Club Bergamo Hospital 1 G XXIII ha incontrato nei giorni scorsi Daniele Cassioli in occasione di una delle sue visite in Bergamasca. Questo campione, infatti, negli ultimi anni si è dedicato a una nuova attività creando l’Associazione Sportiva Dilettantistica Real Eyes Sport, una Onlus che si dedica ai bambini non vedenti e ipovedenti promuovendo attività sportive legate al mondo della disabilità. Nelle scorse settimane la Real Eyes Sport, tra le tante iniziative, ha organizzato nella nostra provincia il Crazy Summer Party, un incontro tenutosi a Onore presso l’agriturismo Prato Alto e dedicato a socializzazione e divertimento per ragazzi con disabilità visiva.

Cercare di catalogare Daniele Cassioli circoscrivendolo solo alla sua dimensione agonistica è davvero difficile: innanzitutto, è laureato a pieni voti in fisioterapia, professione che ha praticato per alcuni anni. Poi, compito per il quale è sicuramente temprato, è formatore e motivatore aziendale, professione che lo porta a svolgere corsi e incontri presso diverse aziende. Da ultimo – ma solo in ordine di tempo! – Daniele Cassioli ha scoperto un’ulteriore sfaccettatura della sua multiforme personalità, ovvero quella dello scrittore, pubblicando due anni fa il libro ‘Il vento contro’, i cui ricavi vengono devoluti alla sua Onlus.

Quest’opera non è una semplice autobiografia, bensì una testimonianza testarda e assieme ironica su cosa significhi vivere senza uno dei cinque sensi, e proprio senza quello la cui mancanza spaventa di più. ‘Il vento contro’ non è solo il fenomeno fisico determinato da una pratica sportiva, cioè lo scorrere più o meno impetuoso dell’aria sul proprio viso: in senso metaforico, titolo e contenuto rappresentano gli schiaffi dolorosi che la vita riserva a ciascuno di noi, abile o meno.

Traspare, nel libro, il legame fortissimo con la famiglia: i genitori che non si sono mai lasciati andare offrendo a Daniele tutte le opportunità possibili e il fratello maggiore Davide, tenero custode e fidato confidente nei momenti più difficili.

Perché ognuno, come scrive Daniele, ha la sua o le sue imperfezioni. E soffermarsi a riflettere su cosa potremmo essere se fossimo ‘perfetti’ non ha senso, perché è nelle differenze che si può cogliere l’arricchimento reciproco. Un pensiero, quindi, non rivolto verso il passato, all’autocommiserazione – concetto del tutto assente nei discorsi di Daniele – bensì che svetta verso la vita da compiere ogni giorno, con i suoi sacrifici e soprattutto con le sue soddisfazioni.

Le difficoltà non sono un limite, ha terminato il suo intervento presso il Rotary Club Bergamo Hospital 1, ma possono essere affrontate con l’impegno e con il sorriso (vi lascio il mio numero di telefono nel caso qualcuno di voi trovi una cura per me, ha detto scherzando). Soprattutto, questo incredibile atleta e uomo ha lasciato un grande esempio di saggezza con il suo pensiero conclusivo: dobbiamo imparare a vedere e giudicare quello che c’è, non quello che manca.

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