Si terrà mercoledì 23 settembre una Santa Messa in suffragio di don Fausto Resmini, sei mesi dopo la sua morte. La prima alle 7,30 alla chiesa del Patronato San Vincenzo, la seconda alle 20 al Santuario della Madonna dei campi di Sorisole.
Colpito dal Covid-19, don Fausto era un sacerdote molto conosciuto e amato per la sua scelta di vita: sempre accanto agli ultimi.
Originario di Lurano, ordinato sacerdote era entrato da subito nella grande famiglia del Patronato San Vincenzo di don Bepo Vavassori, altra figura splendida della Chiesa di Bergamo. In molti anni aveva creato la Comunità don Milani di Sorisole, dedicata ai minori. Cappellano del carcere, si era messo a disposizione degli ultimi, delle persone sole e senza casa della stazione di Bergamo. Molti i suoi appelli per raccogliere viveri, medicinali, indumenti e coperte in vista dell’inverno, materiale che poi distribuiva ai clochard durante i mesi più freddi.
Negli anni aveva fortemente voluto una mensa per i poveri alla stazione di Bergamo, quel pasto caldo che era – e rimane – la carezza per ogni uomo o donna che solo e abbandonato trovava a Bergamo da parte della Chiesa e dalla comunità civile.
Da sempre accanto agli ultimi, aveva anche accolto le diverse ondate di immigrati, dall’Albania all’Africa fino alla Bolivia, tanto cara ed amata da don Bepo Vavassori.
Chi bussava alla sua porta non restava mai senza un aiuto, una parola di conforto, una indicazione. La Chiesa di Bergamo perde una delle sue figure più carismatiche e care, Bergamo perde lo sguardo attento verso chi rimane indietro: la sua eredità umana e sacerdotale sta proprio nel rileggere la sua vita.
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