Agli atti dell’indagine sui fondi della Lega spunta anche il nome del bergamasco Giovanni Malanchini. L’ex sindaco di Spirano, ora consigliere regionale e responsabile degli enti locali della Lega Nord-Lega Lombarda, considerato un fedelissimo di Matteo Salvini, avrebbe percepito da Andrea Manzoni, il commercialista ai domiciliari per l’inchiesta sul Carroccio, per tre anni consecutivi una sorta di stipendio mensile.
A riportarlo è La Stampa, che cita un rapporto del’Uif di Bankitalia. Il rapporto in questione è agli atti dell’indagine.
Stando al report di Bankitalia, sono stati trasferiti dal conto di Manzoni a Malanchini 21.960 euro nel 2016, in 11 bonifici, 2.440 euro al mese nel 2017 e altri 21.960 euro nel 2018, a fronte di fatture mensili del valore di 2.440 euro. Fatture emesse dalla società di Malanchini, la Mgf Servizi. In tutto 73 mila euro: queste le cifre elencate in una nota dell’Unità di Informazione finanziaria (Antiriciclaggio).
Il diretto interessato ha spiegato che è tutto in regola, a fronte di un lavoro che sostiene di aver svolto per Manzoni.
In un’altra segnalazione dell’Uif di Bankitalia, invece, si rileva come la Vadolive srl, società che si occupa di pubblicità, abbia ricevuto bonifici sia dalla Lega Nord che da due società riferibili a Manzoni e Alberto Di Rubba (l’altro revisore dei conti del Carroccio finito ai domiciliari): la Partecipazioni e la Studio Dea Consulting.
Questi fondi – spiega la nota dell’Uif – sarebbero serviti per pagare parte dello staff di Matteo Salvini. In questo staff, oltre a Luca Morisi, figura anche il giornalista bergamasco Matteo Pandini.
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