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Serial ma non troppo

Perché abbiamo bisogno di una storia come “L’amica geniale”

"L’Amica Geniale" è una storia importante perché fa del suo centro due amiche, due ragazze che fin da piccoline sono costrette a fare i conti con un destino già scritto per loro, che entrambe rifiutano categoricamente

“Quello che fai tu, faccio io”: se fosse possibile riassumere la storia complessa, articolata, difficile e caleidoscopica di Lila e Lenù in una frase, questa sarebbe sicuramente una delle più iconiche.

All’apparenza innocente, un’affermazione pronunciata dalle bocche di due bambine, in un rione della Napoli degli anni ’50. E tutto potrebbe aver avuto inizio lì, quando in un pomeriggio assolato Lila, dagli occhi svegli e dalla sorprendente intelligenza infantile, getta nella spaventosa cantina di Don Achille – l’uomo più temuto di tutto il quartiere – la bambola di Elena, la timida ragazza che inspiegabilmente si trova attratta e spaventata dalla forza dirompente dell’altra. Ma Lenù non vuole rimanere indietro, e compie esattamente lo stesso gesto, quasi meccanico, nonostante il dolore per la perdita della sua bambola, getta quella di Lina nella cantina e in tono di sfida pronuncia in un secco dialetto napoletano: “quello che fai tu, faccio io!”

La scena non è nient’altro che un ritratto veloce, frutto di sintesi, della storia fra Lenù e Lina, due amiche cresciute nella miseria ma accomunate da un sentimento talmente forte e inspiegabile, che non le permetterà di separarsi nel corso degli anni. Sarà proprio questo sentimento che porterà Lenù, ormai sessantenne, dopo aver scoperto la scomparsa dell’amica, a raccontare la loro storia, fin dall’inizio, dall’infanzia, anche se aveva promesso che non l’avrebbe mai fatto.

È qui che inizia la storia de L’Amica Geniale, ed è qui che si apre l’adattamento diretto da Saverio Costanzo e Alice Rohrwacher, nato dalla collaborazione di Rai con l’emittente statunitense Hbo e TimVision. La serie ha ottenuto una grande risonanza, non solo in Italia, ma anche all’estero confermando sempre di più la fama ottenuta dalla creatrice della serie, ossia Elena Ferrante.

L’Amica Geniale è ormai giunta alla seconda stagione (2020) e la storia ripercorre fedelmente i primi due romanzi della serie: L’Amica Geniale e Storia del nuovo cognome. La serie riesce con grande sensibilità a catturare gli aspetti salienti dei libri, dando vita visiva alla storia scritta delle due ragazze, ricreando una credibilissima e curata ricostruzione storica dell’Italia del dopoguerra.

Lenù (interpretata prima da Elisa del Genio e successivamente da Margherita Mazzucco) è diligente, studiosa, ma molto timida. Lina (prima Ludovica Nasti e poi Gaia Girace) invece viene considerata dal paese un diavolo, è violenta, tiene testa ai maschi, ed è brillante. Fra le due nasce fin da subito un legame che le porterà ad aver bisogno l’una nella vita dell’altra. Per spronarsi, per volersi bene, per litigare e riappacificarsi.

Perché è così importante per noi oggi la storia di Lila e Lenù?

L’Amica Geniale è una storia importante, non solamente perché narra in maniera tridimensionale ed avvincente la complessità delle relazioni umane, ma perché fa del suo centro due amiche, due ragazze che fin da piccoline sono costrette a fare i conti con un destino già scritto per loro, che entrambe rifiutano categoricamente. Non vogliono essere madri, mogli ubbidienti, chiuse a vita nei confini claustrofobici di quella realtà fuori dal mondo che è il rione. Vogliono essere ricche, vogliono scrivere il loro libro, avere la loro vita. E cercheranno di prendersela, di rompere con il progetto definito e scelto per loro. Dovranno vedersela con la violenza che imperversa nelle strade del loro quartiere, con la miseria, con la necessità di confrontarsi con una realtà dura, che si impersonifica nel sangue, nel dialetto duro, nelle parolacce, nel passo claudicante della madre di Lenù, nelle violenze di Stefano – futuro marito di Lila -, nel privilegio dello studio, nelle passioni e nelle parole.

Nonostante la grande diversità di entrambe, le due amiche si completano, per quanto il “completarsi” è un verbo inadatto per loro due, perchè implica necessariamente la presenza di confini netti, precisi di una persona. Sapere dove è un confine, significa anche prevedere dove arriverà l’altra parte per completare il presunto pezzo mancante. Ma il concetto stesso di completare è finito, troppo ordinato per Lila e Lenù, che sono alla continua ricerca di se stesse, che continuano a cambiare strada, i loro margini, continuano a riformarsi, a riplasmarsi, spronandosi l’una con l’altra. Cercando di raggiungere una forma di sé, cambiandone mille altre nel percorso. Cercheranno di liberarsi dalle radici marce di un passato che non appartiene a loro e romperanno con gli schemi: Lenù studiando, passando dalle medie, al liceo fino all’Università. Lina invece dedicandosi al commercio, sposandosi, tradendo, aprendo negozi.

L’Amica Geniale è una storia importante, ci serve sapere, adesso come è adesso, che è possibile anzi doveroso capire chi vogliamo essere e prendere quella strada con tutta la forza di cui siamo capaci, senza fermarci. E Lina e Lenù lo avevano capito, già da molto piccole ed è tutto racchiuso in quella frase: “quello che fai tu, lo faccio anche io”.

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