Ha voluto essere fedele e legato alla sua terra, al paese delle sue radici sino all’ultimo. Ed ha voluto che l’addio si tenesse tra la sua gente di Valsecca. Giovanni Todeschini, 71 anni, si era stabilito a Selino Basso, dove a soli 21 anni aveva deciso di avviare il suo futuro.
Aveva costruito la sua casa, grande, perché potesse accogliere tutti: si portava dietro e credeva nei valori della civiltà contadina, con la centralità della famiglia, l’attaccamento al lavoro, la saldezza nell’affrontare i giorni, la solidarietà, la disponibilità all’aiuto. Con sé aveva voluto anche i genitori, Anna e Martino, quest’ultimo emigrante per molte stagioni nella Svizzera italiana, in particolare a Lugano, dove aveva preso parte come muratore al cantiere che costruì l’imponente Ospedale Civico.
Nella casa Giovanni aveva aperto anche una grande e moderna autofficina: era un meccanico capace, preparato. Uno che non guardava all’orologio e che come prima istanza aveva il soccorso di chi arrivava da lui o gli telefonata, di giorno e di notte quando fosse rimasto in “panne”. Selino Basso stava aprendosi allo sviluppo che poi ha conosciuto e l’officina di Giovanni è diventata ben presto un punto di riferimento.
Andare lì significava fare un’immersione in persone e vicende della Valle Imagna. Per dire di quanto fosse legato alla casa dov’era nato, bastano i suoi ritorni quotidiani – finché le forze glielo hanno consentito – quasi a fare il pieno di affetti, di memoria e appartenenza al suo nucleo di Carevi, ai piedi del Resegone. Un motivo di orgoglio sempre alto per Giovanni fu l’appartenenza agli Alpini, di cui aveva tutte le caratteristiche ben scritte nel DNA.
Sposatosi con Eva, ha visto la famiglia crescere con la nascita dei figli Michele, Nicola e Monica, poi dei nipoti, una bella collana di 6 bambine e bambini, che gli riempivano le giornate in questi
ultimissimi anni, quando passò la conduzione dell’attività al fratello Valerio e al figlio Michele. In passato, lavorava con Giovanni anche un altro fratello, Giuseppe, morto prematuramente. Due le sorelle, Luciana e Antonietta.
Profondo e solido l’attaccamento di Giovanni al suo Comune di Valsecca, che nel 2014 ha aderito alla fusione con Sant’Omobono Terme. Per due legislature negli anni Settanta era entrato in Consiglio e, parallelamente, era stato membro della Comunità Montana della Valle: portava sui due tavoli la sua esperienza di uomo e di cittadino, aperto al nuovo ma con i piedi per terra, pronto di riflessi, arguto e continuatore delle tradizioni di cui era fiero. Valsecca è un paese che non arriva ai 500 abitanti, ma che conta numerosi emigranti sparsi ovunque in Svizzera e Francia
(un emigrante di Valsecca, Jean Marc Todeschini è stato Senatore della Repubblica a Parigi).
C’è un amore di paese che persiste in quasi tutti: come per una classica, ogni estate c’è il ritorno alle contrade che si intensifica in occasione della periodica festa del Santo Crocifisso, ricca di storia e ancor oggi di devozione.
I funerali di Giovanni, svoltisi nella parrocchiale di San Marco a Valsecca hanno rivelato quanto estesa fosse la cerchia delle conoscenze e delle amicizie e ancor più la benevolenza generale che s’era guadagnato, d’altronde più che ben riposta.
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