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Il voto

L’Ordine dei medici dopo il Covid: Fenaroli sfida Marinoni ed è già polemica

Dal 26 al 28 settembre si voterà per il rinnovo del Consiglio direttivo dell'Ordine dei medici di Bergamo: abbiamo intervistato entrambi i candidati per conoscere le loro proposte

Si avvicinano le elezioni per il rinnovo dell’Ordine dei Medici di Bergamo. L’attuale Consiglio ha convocato tre turni elettorali – 26, 27 e 28 settembre; 3, 4 e 5 ottobre; 10, 11 e 12 ottobre – per l’elezione del Consiglio direttivo, della Commissione Albo odontoiatri e del Collegio dei revisori dei conti.

Per la guida dell’ente è corsa a due tra l’attuale presidente, il dottor Guido Marinoni (con la lista “Medici per tutti“) e il dottor Privato Fenaroli, direttore della senologia dell’ospedale Papa Giovanni XXIII (con la lista “Bergamo“).

Abbiamo intervistato entrambi i candidati per conoscere le loro proposte.

GUIDO MARINONI

Illustrando le priorità della lista “Medici per tutti”, il dottor Guido Marinoni spiega: “L’obiettivo della lista è trovare il punto di unione delle diverse sfaccettature della professione medica. Per questo include rappresentanti degli ospedali, medici di medicina generale e pediatri, medici specialisti ambulatoriali, chi svolge la libera professione pura, rappresentanti delle Rsa e del mondo degli hospice. Non vanno dimenticate, inoltre, le competenze di chi opera nei servizi d’igiene, nella medicina del lavoro e in altre realtà della professione medica. Abbiamo cercato di costituire una lista che sia il più possibile completa e prescinda dalle personalità individuali: non è costruita attorno alla mia persona e coinvolge i diversi comparti. Ho accettato di ricandidarmi perchè me lo hanno chiesto realtà rappresentative dei collegi come i sindacati medici di Fimmg, Snami, Anaao, Cimo, Sumai e SiMPeF, e abbiamo avuto il supporto dell’associazione Donne Medico, altra importante realtà professionale. Il punto di unione di tutti è la difesa dell’autonomia professionale, che oggi spesso viene messo in discussione: vanno bene le linee guida e i percorsi diagnostici/terapeutici ma, poi, il medico deve essere libero di sviluppare il suo rapporto con il paziente. Deve essere in grado di personalizzarlo e di affermare in ogni realtà l’autonomia della professione rispetto a ogni potere di tipo politico anche se noi siamo orgogliosi di essere parte del servizio sanitario nazionale, che riteniamo sia una delle risorse più importanti del nostro Paese. E al suo interno crediamo che tutti i medici debbano collaborare per realizzarne le finalità”.

Guardando agli obiettivi prefissati dalla sua lista, afferma: “L’Ordine non è un sindacato, quindi non ha il potere di stipulare accordi collettivi nazionali di lavoro, però nel momento in cui c’è la necessità di essere presenti ai vari tavoli regionali o ministeriali siamo sempre stati partecipi e provato a fare sintesi rispetto alle diverse categorie professionali. Lo abbiamo fatto, per esempio, con l’impegno all’interno della Federazione nazionale degli Ordini e con interventi rispetto a Regione Lombardia, come la lettera scritta dagli Ordini lombardi indicando gli errori da correggere durante l’emergenza Coronavirus, che poi si rivelò specificare contenuti che oggi tutti sostengono. Inoltre abbiamo cercato di supportare la professione medica nei momenti più bui della pandemia denunciando la mancanza dei dispositivi di protezione individuale per i medici, il rischio per le loro vite e per i loro pazienti perchè diventavano involontari trasmettitori di contagio. Ancora, abbiamo denunciato la situazione critica delle Rsa quando i centri anziani furono aperti per disposizione di Ats e poi subito dopo vennero chiusi. In questo modo abbiamo cercato di rappresentare la professione in tutte le realtà”.

“Per quanto riguarda i medici degli ospedali – continua Marinoni – vogliamo potenziare la funzione istituzionale dell’Ordine di garante della qualità della professione dei colleghi che operano nelle aziende ospedaliere pubbliche e private. In tal senso è necessario aprire un dialogo costante con le Aziende, in grado di affrontare problemi specifici, garantendo spazi che consentano ai medici di evidenziare specifiche situazioni, dando voce alle loro segnalazioni. I colleghi devono trovare nell’Ordine – anche grazie alla presenza di professionisti quotidianamente impegnati nelle stesse strutture sanitarie – un interlocutore sempre disponibile, in modo da sentirsi liberi di segnalare comportamenti e condizioni anomale che ne condizionino l’attività”.

Il progetto coniuga continuità e rinnovamento. “Nella lista – prosegue Marinoni – abbiamo inserito donne e giovani. Se riusciremo a vincere la prossima vicepresidente sarà Belotti, medico del pronto soccorso del Papa Giovanni; la segretaria continuerà a essere la dottoressa Pedrini e il tesoriere il dottor Greco, pediatra”.
Infine, conclude con una riflessione sulla partecipazione: “Per rilanciarla bisogna che ci sia interesse al voto, quindi delle liste di opposizione. Ringraziamo il dottor Fenaroli per aver creato interesse sul voto: speriamo che vengano più professionisti a votare e naturalmente da parte nostra speriamo che votino la nostra lista”.

Guido Marinoni
Guido Marinoni

PRIVATO FENAROLI

Illustrando le priorità della lista “Bergamo”, il dottor Fenaroli evidenzia: “Il nostro obiettivo innanzitutto è darsi una lista de-sindacalizzata: non vogliamo un Ordine che possa esser permeato o influenzato da attività sindacali e – viceversa – non vogliamo un Ordine che vada a permeare e a influire sulle attività sindacali. Vogliamo un Ordine super partes, che sia l’Ordine dei medici di Bergamo e non l’Ordine dei medici di una categoria dei medici di Bergamo. Vogliamo un Ordine che difenda l’onorabilità, l’etica, la professionalità e la libertà in scienza e coscienza di operare da parte di ogni medico senza nessun condizionamento politico-organizzativo se la scelta terapeutica di prevenzione comunitaria è basata sulla scienza e sulla coscienza. Vogliamo un Ordine che difenda sempre tutti i medici fino a prova contraria – che può dare la Cassazione e non il primo o il secondo grado di giudizio – e vogliamo un Ordine che alzi la voce in modo altisonante per prendere le difese di tutti i medici di qualsiasi categoria che possano trovarsi invischiati nei cosiddetti casi di malasanità: non è l’Ordine che deve difendere l’indifendibile, ma l’onorabilità, la professionalità e la dignità dei medici per la sicurezza della loro attività nei confronti della comunità. E deve far sentire la sua voce e la sua vicinanza a questi medici”.

“Quando parlo di Ordine super partes – prosegue il dottor Fenaroli – intendo che deve difendere l’onorabilità dei medici, favorire il collegamento fra territorio e ospedale e favorire la comunanza d’intenti delle varie istituzioni deputate alla decisione e alla programmazione delle problematiche sanitarie: deve essere propositivo e non difensore di interessi corporativi. Se dipendesse da me, per essere membro dell’Ordine dei medici proporrei come conditio sine qua non il non possesso di alcuna tessera sindacale perchè si devono rappresentare tutti i medici e non effettuare attività sindacale. Nulla contro il sindacato: la sua azione è preziosissima ma deve svolgerla negli ambiti deputati. L’Ordine non dovrebbe prendere le difese sindacali di nessuno, ma se proprio dovesse farlo deve compierlo in modo uguale per tutti, sia quando deve difendere i medici di base, gli ospedalieri o gli ambulatoriali”.

L’elemento caratteristico è la de-sindacalizzazione della lista. Il dottor Fenaroli sottolinea: “Penso che chiunque occupi una carica sociale debba avere come credenziali minimali credibilità e coerenza: quando il presidente uscente presenta la sua lista affermando che i medici devono essere autonomi dal mondo politico ma alla sua destra è seduta l’onorevole Fabiola Bologna, che è una deputata, fa parte del Consiglio dell’ordine uscente ed è ricandidata, mi pongo delle domande. È legittimo (le due cariche non si escludono), ma nel mio consiglio non voglio sindacati e politici: l’Ordine fa politica sanitaria ma deve realizzarla senza difendere categorie o sottocategorie”.

Guardando agli obiettivi, il dottor Fenaroli annota: “Il sistema sanitario nazionale è composto da territorio e ospedale: il Covid ha reso il re nudo, ha evidenziato che gli ospedali sono attrezzati, mentre il territorio era, è stato e tuttora è disarmato e il prossimo disastro è dietro l’angolo se la medicina territoriale rimane scollegata dal sistema ospedaliero. Non dipende dal singolo medico: i sindacati che hanno rappresentato la medicina del territorio corresponsabilmente con i veri responsabili – che sono i decisori politici a Roma e a Milano – hanno creato questo disastro”.

Infine, parlando dell’organizzazione del lavoro dei medici di medicina generale, conclude: “Durante la pandemia abbiamo sentito il mantra ‘Rimanete a casa, chiamate il medico di famiglia’, ma oggi non hanno ancora l’obbligo di reperibilità al di là dell’orario minimale di lavoro. Ma se svolgono ambulatorio dalle 9 alle 12 e il paziente sta male nel pomeriggio cosa fa? Se riesce va al pronto soccorso, altrimenti è scoperto. La mia ipotesi di lavoro per una riforma del sistema sanitario per il territorio è quella di raddoppiare l’orario giornaliero minimo e la reperibilità (organizzando turni con i colleghi) oppure l’assunzione nel sistema sanitario con pari dignità, doveri e diritti degli altri medici”.

Privato Fenaroli
Privato Fenaroli

LA POLEMICA SUL VOTO ONLINE

In questi giorni si è accesa una polemica in merito al rifiuto da parte dell’attuale Consiglio di effettuare le votazioni online per evitare assembramenti. Il dottor Fenaroli dichiara: “Chi occupa cariche sociali di responsabilità poste al vaglio delle elezioni dovrebbe democraticamente favorire la più ampia partecipazione al voto democratico nella maggior sicurezza. Si sta parlando di Bergamo, che è stata epicentro del Covid, si parla di prevenzione e precauzioni per evitare assembramenti ma l’Ordine dei medici di Bergamo per quattro volte ha risposto negativamente alla richiesta di votare online”.

Intervistato sull’argomento, il dottor Marinoni ha risposto: “La possibilità di ricorrere al voto online da parte degli Ordini delle professioni sanitarie è prevista dalla legge 3 del 2018, la cosiddetta legge Lorenzin, però affinchè si realizzi è necessaria una delibera del consiglio uscente che regolamenti anche sotto il profilo tecnico-informativo il voto. Questa delibera poi deve passare al vaglio della FNOMCeO (la Federazione Nazionale degli Ordini dei Medici Chirurghi e degli Odontoiatri) e superato questo step deve giungere al ministero della salute per ottenere il silenzio assenso. L’Ordine deve attuare le procedure elettive entro il 31 dicembre pena il commissariamento e a mio avviso non c’erano nemmeno i tempi tecnici. La decisione del Consiglio, però, è legata a un aspetto di merito: analizzate le diverse procedure possibili si è visto che tutte si basano su una password e un user ID e non si ha la garanzia della personalità del voto. Una persona potrebbe fare incetta di credenziali e votare: fino a quando non ci sarà la possibilità di ricorrere al riconoscimento facciale o all’impronta digitale, quindi, credo che questa opzione non sia percorribile. È una scelta di garanzia, tanto che anche per il referendum costituzionale si voterà in presenza. Avevamo invece valutato l’opzione del voto elettronico su tablet, ma l’abbiamo scartata perché avremmo dovuto comunque sanificarli così come sanificheremo le matite copiative e gli ambienti in cui si voterà”.

Il dottor Fenaroli replica: “Sostenere che il voto online non sia sicuro significa dire che i medici siano talmente allocchi da essere disposti a farsi rubare o a dare la propria password alla prima persona che passa. Di cosa stiamo parlando? Abbiamo inviato un esposto all’Ats e alla prefettura, gli organi preposti alla sicurezza in periodo di Covid: considerando che gli iscritti all’Ordine – e quindi potenziali votanti – sono 4932, la prima tornata elettorale si svolge nella sede di via Manzù in tre giorni, dal 26 al 28 settembre dalle 10 alle 18, la media di accesso è di 205 medici all’ora, cioè più di 3 medici al minuto e mi sembra un azzardo. Ritengo che gli spazi siano inidonei e le opzioni alternative sono il voto online oppure l’apertura di più seggi nelle varie sedi ospedaliere o di riferimento ATS distribuite nella provincia valutando anche una divisione del territorio in settori e indirizzando i vari medici in base a dove risiedono”.

LA LISTA “MEDICI PER TUTTI”

Ecco i candidati per il Consiglio direttivo: Marco Agazzi, medico di medicina generale; Eugenia Belotti, medico d’urgenza ospedaliera; Piero Attilio Bergamo, oculista specialista ambulatoriale; Fabiola Bologna, neurologa ospedaliera; Massimo Camerlingo, neurologo ospedalità privata accreditata; Melania Cappuccio, medico di Rsa; Luigi Mario Daleffe, libero professionista; Luigi Greco, pediatra; Carlo Gualteroni, ginecologo ospedaliero; Rocco Invernizzi, chirurgo ospedaliero; Guido Marinoni, medico di medicina generale pensionato; Chiara Morlacchi, medico di medicina generale; Paola Pedrini, medico di medicina generale; Nicola Taiocchi, fisiatra ospedalità privata accreditata; e Bruno Travella, medico di medicina generale.

LA LISTA “BERGAMO”

Ecco i candidati per il Consiglio direttivo: Privato Fenaroli, direttore della Senologia dell’Ospedale Papa Giovanni XXIII (HPG23); Giovanna Mangili, direttore della Patologia Neonatale HPG23; Andrea Gianatti, direttore dell’Anatomia Patologica e Capo Dipartimento HPG23; Paola Fenili, dirigente medico ginecologa ASST Bergamo EST Seriate; Francesco Ferri, rianimatore e Responsabile Unità di Coordinamento Prelievo e Trapianti d’Organo HPG23; Luisa Giuseppina Giuliano, dirigente medico del Pronto Soccorso H Seriate Referente Aziendale contro la violenza di genere ASST Bergamo Est; Alessandro Lucianetti, direttore della Chirurgia 1^ HPG23; Alice Mangili, specializzanda in Chirurgia Generale Università di Milano HPG23; Antonio Curnis, responsabile laboratorio di Elettrofisiologia ed Elettrostimolazione Università di Brescia Spedali Civili; Antonio Piazzini Albani, direttore Chirurgia Generale ASST_Bergamo Est Seriate; Antonino Cassisi, direttore della Chirurgia Maxillo Facciale HPG23; Orazio Valsecchi, cardiologo interventista già HPG23; Guido Giudici, chirurgo e e direttore di Rsa; Amedeo Tomasoni, direttore della radiologia ASST Valcamonica; e Fabrizio Minelli, medico di base al Comune di Solto Collina.

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