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Guardia di finanza

Sedici milioni di Iva evasa, 600mila euro ‘autoriciclati’: indagini fino a Bergamo

Nei guai l'amministratore di una Srl toscana, domiciliato in città

I reati contestati sono frode fiscale, occultamento o distruzione di documenti contabili, indebita compensazione e autoriciclaggio. L’amministratore di una Srl, originario di San Vincenzo (Livorno), con domicilio a Bergamo e residenza anagrafica in Romania, è il principale indagato dell’operazione denominata ‘Confusion’ dalla Guardia di Finanza.

Circa 600mila euro, parte dei 16 milioni di euro di Iva evasa, scoperti dalle fiamme gialle, sarebbero stati “autoriciclati” mediante trasferimento in un portafoglio digitale o wallet, per l’acquisto di criptovalute, gestito da una società londinese “molto nota nel settore”.

Tra le altre persone coinvolte a vario titolo amministratori o legali rappresentanti di società filtro o ‘cartier’ sparse tra Lazio, Veneto, Lombardia e i tre consulenti romani per l’indebita compensazione. Deferite, con l’accusa di riciclaggio, anche la moglie e la madre del principale indagato. Riguardo ai circa 100 imprenditori coinvolti nella presunta frode, sono stati segnalati a 60 diversi reparti della Gdf per il recupero delle pendenze tributarie indebitamente compensate.

Tra i beni sottoposti a sequestro preventivo figurano tre terreni agricoli a Velletri, sette tra negozi e capannoni industriali sempre a Velletri e a Paliano (Frosinone) e disponibilità finanziarie. Tra gli immobili sequestrati ne figurano tre, del valore commerciale di 1,4 milioni, ricondotti a uno dei commercialisti indagati ancorché ‘schermati’ da una società britannica, una Ltd con sede a Londra.

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