Tornare nelle proprie aule dopo 6 mesi trascorsi in DaD e in vacanza è davvero strano. Soprattutto perché si torna a scuola in una modalità completamente nuova: niente compagni di banco, distanziamento sociale e l’intervallo rigorosamente seduti al proprio posto.
Forse la cosa più strana che si può notare, oltre al sapone e al gel disinfettante, che nelle nostre scuole non compare ab illo tempore (evidentemente era necessaria una pandemia per ribadire l’importanza dell’igiene al Ministero), è la differenza tra le diverse misure adottate nei vari istituti della provincia.
Infatti ogni scuola ha adottato diverse norme per prevenire eventuali contagi: alcuni dirigenti hanno ritenuto opportuno dividere gli studenti in due gruppi, che a turno frequentano in presenza e in DaD. Altri presidi al contrario hanno reputato sicuro riprendere tutti in presenza nella stessa classe, allestendo le aule in maniera opportuna: banchi distanziati, gel disinfettante e fazzoletti di carta.
Ciò che emerge però come problematica trasversale a tutti gli studenti è quella dei trasporti. Nelle aule si cerca di minimizzare il rischio di contagio rispettando le regole, le quali vengono completamente dimenticate nei pullman stracolmi o nelle carrozze già oggi in ritardo.
Inoltre, una delle cose più faticose di questa nuova modalità sono le mascherine: già alla seconda ora tenerle diventa faticoso e il pensiero di doverle tenerle addirittura per altre quattro ore non è confortante, sia per le incomprensioni generate dalla difficoltà nel farsi sentire sia per la loro scomodità.
Detto ciò, siamo solo all’inizio dell’anno e questi primi giorni sono di assestamento. Si può già notare, però, che dei banchi con le rotelle non si avvertirà la mancanza.
* Rappresentante della Consulta del Secco Suardo di Bergamo
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