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L'analisi

Dal lockdown alla lenta ripresa: il tessile di Bergamo alla prova

La Femca Cisl ha anche un nuovo segretario: è Cristian Verdi, 41 anni, che guiderà una categoria con quasi 6mila iscritti.

“Il termine giusto da utilizzare è inedito, mai scritto. Sembra quasi scontato ormai l’uso di mascherine, gel igienizzante, distanziamento … ma ricordate tutti all’inizio, quanto caos, quanta paura?”.

Così Cristian Verdi, segretario generale di Femca Cisl Bergamo, eletto nel consiglio generale di questa mattina, vede così il cammino prossimo venturo dell’organizzazione che è stato chiamato a guidare.

“Dobbiamo riprendere a negoziare, parlare di contrattazione di secondo livello, di welfare, orari di lavoro, di premi, conciliazione casa-lavoro. Usciamo da una condizione che ci ha segnati profondamente, e non solo dal punto di vista economico. Difficile fare previsioni su come finirà il 2020- continua il sindacalista – e se ci sarà una ripresa dei consumi. Il periodo di lockdown ha mischiato tutte le carte e le previsioni di budget, in tante aziende, sono state riviste al ribasso”.

I settori che rappresentano il “core business” della Femca hanno avuto sorti diverse negli ultimi mesi. Solo la chimica farmaceutica ha continuato quasi senza nessun cambiamento, in alcuni casi ci sono anche segnali di crescita già nel 2020. La cosmetica ha avuto un blocco causa chiusura dei negozi e calo dei consumi, ma si intravvedono segnali confortanti, anche se la stima di chiusura dell’anno segnerà un –25/30% sui fatturati.

La chimica generale è diversificata da settore a settore, ma quasi tutti con segni negativi (tessile, carta, adesivi ecc. ) sempre dovuto al calo dei consumi. Il settore gomma plastica e vetro, legata all’“auto motive”, ha avuto un duro colpo, e anche qui ci si fermerà a fine anno con un risultato del -20/25%.

“Le aziende si sono fermate per qualche mese e cercano tutte oggi di riprendere, ma con tante incertezze. Si lavora, ma la preoccupazione per il futuro è palpabile”.

Sempre negli stessi settori, ma che fanno produzione di altro genere, ad esempio vetro per fiale, o stampaggio plastico per flaconi, la produzione è continuata regolarmente. Il tessile-abbigliamento è in calo del 30% circa , mentre alcune aziende hanno agganciato il lavoro, seppur momentaneo, della confezione di mascherine e camici da lavoro. L’energia, con il Gas Acqua, ha lavorato regolarmente anche se ha registrato alcuni problemi sulla gestione dello smart working.

“Sicuramente – dice il segretario Femca -, il mondo del lavoro è cambiato con il progressivo cambiamento della società e dei suoi valori. Oggi dobbiamo puntare affinché siano spinte in avanti le politiche attive, mentre negli ultimi mesi, anche causa Covid, su 31,2 miliardi stanziati dal Governo, 30.6 sono stati spesi per politiche passive (reddito di cittadinanza o reddito di emergenza). Ma una nazione come l’Italia non può reggersi solo su ammortizzatori sociali. Non si riesce a compiere quel salto culturale e di qualità per passare dalla logica di pura erogazione di sussidi economici, a quella di servizi dedicati alla persona e alle famiglie”.

La Femca di Bergamo, in questi anni, ha praticamente rinnovato tutta la squadra. Durante il periodo Covid, la categoria ha tenuto sia dal punto di vista economico che numerico.

“Abbiamo fatto il possibile in una situazione impossibile. Ma per sviluppare il nostro lavoro abbiamo bisogno di aiuti, perché nessun territorio è un’isola … servono ulteriori sinergie e collaborazioni, servono soldi sul territorio, serve avere più operatori giovani, nuovi, che abbiano voglia di crescere e cercare nuove aziende, nuovi iscritti. In provincia di Bergamo abbiamo poco meno di 20.000 persone che lavorano nel comparto moda, tra tessile, pelle, cuoio, concia, lavanderie; meno di 8000 addetti nel chimico e vetro; 12000 nel gomma plastica e 1300 nell’energia. Noi abbiamo chiuso il tesseramento con 5987 associati, un dato che segna un cambiamento storico rispetto alla natura della Femca: il comparto chimico supera quello tessile, 54% contro 42% , mentre l’Energia rappresenta il 4%”.

Il 2021 sarà anche per la Femca l’anno della contrattazione, per il rinnovo di numerosi Ccnl scaduti da tempo.

“Dobbiamo ricordare che sono stati i lavoratori, durante il lockdown, a tenere in piedi l’economia – conclude Verdi -, andando al lavoro ogni giorno nonostante i rischi e le paure. Le aziende non ci pagano per il tempo che passiamo in azienda, ci pagano per il valore che produciamo in quel tempo… quindi ricordiamolo alla nostra controparte che spesso fatica a rinnovare i contratti nazionali o sviluppare la contrattazione di secondo livello nelle aziende”.

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