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Il caso

“Supporto la polizia di Hong Kong”: è polemica attorno al live action di “Mulan”

Scatta il boicottaggio degli abitanti di Hong Kong verso il nuovo film della Disney per un tweet pro regime dell’attrice protagonista Liu Yifei

Dopo il flop commerciale del 1998 nel mercato cinese, la Disney sta tentando di riproporre un film, questa volta non d’animazione, per riuscire a coinvolgere anche il pubblico di Pechino, ma qualcosa non sta andando come previsto.

Nel giorno del lancio della pellicola su Disney+, il servizio in streaming della casa di Topolino, il giovanissimo attivista pro Hong Kong Joshua Wong ha riportato alla luce un vecchio post dell’attrice Liu Yifei, che nel film veste i panni di Mulan, nel quale la donna sostiene esplicitamente il regime di Xi Jinping.

“Supporto la polizia di Hong Kong. Adesso potete tutti attaccarmi. Che vergogna per Hong Kong” sono state le tre frasi che hanno acceso una polemica così ampia e profonda da trascendere il solo piano cinematografico, arrivando fino a quello sociale.

L’ex colonia britannica non sta infatti vivendo un momento facile della sua storia e questo genere di pensieri altro non fanno che gettare benzina su un incendio già immenso che da mesi sta infiammando il mondo intero. A seguito dell’approvazione di una controversa legge sull’estradizione per crimini politici residenti ad Hong Kong, la penisola si è infatti trovata in una condizione di progressiva perdita di diritti e di privilegi legati al suo status di “ex Inghilterra”, creando così una sollevazione popolare che ha travalicato i soli confini asiatici riscuotendo consenso e solidarietà anche negli altri continenti.

Tra le varie personalità emerse negli scontri vi è quella di Joshua Wong, attivista appena maggiorenne, che con grande creatività e coraggio s’impegna ogni giorno in attività concrete per contrastare la morsa di un regime che sembra sempre più forte.

“Il film esce oggi e poiché la Disney si piega Pechino e Liu Yifei apertamente e orgogliosamente appoggia la brutalità della polizia di Hong Kong, sollecito tutti coloro che credono nei diritti umani di boicottare Mulan” sono state le parole del giovane, riscuotendo subito un enorme seguito in Asia, tanto da arrivare fino a Netiwit Chotiphatphaisal, uno dei leader del movimento di protesta tailandese contro il regime di stampo militare di Bangkok, che rilancia “Disney e il governo cinese sappiano che la violenza di Stato contro le persone è inaccettabile”.

Tale sollevazioni giungeranno anche nel nostro Paese o “Mulan” passerà come il solito film Disney innocente e staccato dalla realtà? Un attore va giudicato solo per la sua interpretazione o anche per i suoi pensieri personali? La casa di produzione dovrebbe esporsi in merito rischiando di perdere consensi, da ambo le parti, o è preferibile un’ignavia silenziosa?

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