Belle notizie per l’Università degli Studi di Bergamo che, secondo il decreto con i criteri di ripartizione del Fondo per il Finanziamento ordinario (Ffo), ha visto aumentare i finanziamenti statali a sé destinati di cinque milioni di euro rispetto all’anno scorso, passando dai 54 milioni del 2019 ai circa 59milioni del 2020.
Tuttavia, in un positivo aumento non mancano le ombre dettate da un criterio sbagliato che non tiene conto della virtuosità dei singoli atenei italiani. “Nonostante la nostra Università – commenta il Rettore dell’Unibg Remo Morzenti Pellegrini – continui a crescere in modo progressivo siamo penalizzati dagli algoritmi del Ministero nel rilasciare i finanziamenti, specialmente dal Fondo perequativo che impone un tetto alla crescita degli atenei italiani”.
Sì, perché, il parametro del Fondo prevede che un’università possa crescere solo fino al 4%, superato questo tetto l’ateneo viene penalizzato per poter dare più risorse alle realtà universitarie in difficoltà, comportando, così, un freno alla crescita degli atenei più virtuosi. L’Unibg è tra le università italiane ad essere stata penalizzata e sotto finanziata, nonostante sia uno degli atenei più virtuosi: insieme a lei anche Foggia e Ferrara.
“L’incremento di quest’anno sarebbe potuto essere maggiore (quasi 2 milioni di euro in più, quindi in totale circa 7 milioni) se le clausole di salvaguardia non limitassero la crescita sulla somma delle quota base (calcolata sul costo standard) e della quota premiale a non più del 4%”, continua il Rettore.
E si tratta di un trend che continua a ripresentarsi ormai da tempo per il nostro Ateneo, arrivando a sottrarre circa 6 milioni negli ultimi tre anni.
“È paradossale il fatto che, pur essendo l’Università di Bergamo l’Ateneo con il costo standard per studente più basso (segno di efficienza nel funzionamento e nell’utilizzo delle risorse pubbliche),
invece che venire premiata viene frenata da regole che limitano l’incremento massimo rispetto all’anno precedente. Il Ministro Manfredi ha dichiarato di non dare meno dell’anno scorso agli atenei d’Italia, ma non ha fatto in modo che il tetto venisse alzato così da non creare la situazione paradossale che più sei virtuoso e in crescita più sei penalizzato”, conclude il Rettore.
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