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Bergamo segreta

Un sacrificio per la patria: Piazza Carrara e la vicenda del Monumento all’Alpino

Nuova puntata della rubrica domenicale di BGY che ripercorre la storia della scultura realizzata da Emilio Bisi

Parlare a Bergamo di “Monumento all’Alpino” significa condurre immediatamente il pensiero alla statua posta nell’omonima piazza.

In pochi conosco però la storia dell’effige realizzata nel 1915 da Emilio Bisi e un tempo posta nei pressi dell’Accademia Carrara.

Il trasferimento del comando del 5° Reggimento Alpino da Milano a Bergamo comportò anche l’arrivo nel capoluogo orobico dell’opera nuovamente inaugurata il 15 giugno 1922 alla presenza del re Vittorio Emanuele III.

Posizionata davanti all’ingresso della Caserma Camozzi, attuale sede della Galleria d’Arte Moderna e Contemporanea, la scultura ricordava un particolare episodio della Guerra di Libia che vide protagonista il reparto del Regio Esercito.

In quell’occasione il civatese Antonio Valsecchi, componente della 51ª Compagnia del Battaglione Alpini “Edolo”, respinse l’assalto di alcuni ribelli arabi con pietre e massi dopo esser rimasto senza munizioni.

L’esempio venne seguito dai commilitoni che consentirono di metter in fuga i nemici e proteggere così la propria postazione.

L’evento venne quindi ripreso dallo scultore meneghino e ritratto nella statua dove si può vedere l’alpino lecchese in procinto di scagliare l’enorme sasso con la forza di entrambe le braccia.

L’ulteriore spostamento della sede del Reggimento nella metropoli lombarda avvenuto nel 1926 causò il definitivo addio al monumento bronzeo che venne prima collocato in via Pagano e poi in Piazzale Cadorna prima di trovare definitivamente pace nel 1963 all’interno dei giardini di Piazza Giovanni XXIII.

Fonti

Arnaldo Gualandris; Monumenti e colonne di Bergamo; Bergamo; Circolo culturale G. Greppi; 1976

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