Ho conosciuto Philippe Daverio il Martedì Grasso del 1996. Quel pomeriggio ero andato a Milano a trovare il sindaco Marco Formentini. Eravamo nel suo ufficio a Palazzo Marino, quando entra Philippe Daverio, assessore alla Cultura, indossando un naso rosso di plastica da clown; ci dice: “Vedo che siete sprovvisti di naso, oggi non si può” e ci porge nasi come il suo, da indossare per scendere in piazza, tra la folla che festeggiava…
Negli anni successivi ci siamo sentiti alcune volte, per questioni varie; fino al mese di novembre del 2016, quando lo invitammo a fare parte del comitato scientifico istituito per accompagnare la candidatura di Bergamo (e delle altre città italiane, croate e montenegrine) quale sito Unesco delle Opere di difesa veneziane. Il 30 novembre il comitato si insediò e Daverio ebbe a dire che, più importante del successo era la candidatura; come a dire che più importante del raggiungimento della meta è il viaggio…
Il 10 luglio 2017, il giorno dopo il nostro successo dell’iscrizione del sito seriale e transnazionale nella Lista dell’Unesco, a Cracovia, Philippe Daverio si complimentò pubblicamente con la nostra città e dichiarò di essere orgoglioso di avere contribuito, oltre che al viaggio, al raggiungimento della meta.
Della vastissima e poliedrica cultura di Philippe Daverio non devo certo dirne io; ma del ricordo, oggi sinceramente addolorato, del suo vivacissimo spirito dell’umorismo (tipico, questo sì, delle persone colte ed intelligenti) e della sua curiosità per le cose, specie di quelle della nostra Terra, posso dirne, perché ne ho avuto diretta e fortunata esperienza.
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