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Decreto rilancio

Intesa Sanpaolo: offerta superbonus, ecobonus e altri bonus edilizi

Finanziamento “ponte” e acquisto dei crediti d’imposta per privati, condomini e imprese. Accordo con Deloitte per consulenza gratuita in tutte le fasi dell’intervento. Soluzioni attive dal 13 agosto

A seguito della pubblicazione dei regolamenti attuativi del Ministero dello Sviluppo Economico e dell’Agenzia delle Entrate, Intesa Sanpaolo rende noti i dettagli operativi dell’offerta Superbonus, Ecobonus e Sismabonus e altri bonus fiscali “edilizi”, già annunciata a luglio e che consente a privati, condomini e imprese di beneficiare dei vantaggi previsti dal Decreto Rilancio che regolamentano il Superbonus
110% e gli altri bonus per la riqualificazione energetica di un immobile o della messa in sicurezza contro il rischio sismico.

Con il meccanismo del credito di imposta introdotto dal Decreto Rilancio, il committente avrà la possibilità di richiedere lo sconto in fattura da parte dell’impresa, o in alternativa di cedere direttamente il credito di imposta alla banca. L’impresa che esegue i lavori, che ha concesso al committente lo sconto in fattura, avrà la possibilità a sua volta di cedere il credito alla banca.

In questo contesto, il primo gruppo bancario italiano ha predisposto soluzioni finanziarie integrate in base a due linee d’azione:
• Finanziamento “ponte” finalizzato ad accompagnare i clienti nell’esecuzione dei lavori: disponibile per tutti i soggetti destinatari dei bonus fiscali, prevede la possibilità di avere la liquidità necessaria per avviare i lavori sul cantiere in attesa di beneficiare delle prime cessioni, a stato avanzamento lavori o alla chiusura del progetto.

• Acquisto dei crediti d’imposta a un prezzo stabilito fin dal momento della stipula del contratto di cessione e mantenuto inalterato per tutta la durata effettiva dei lavori, valido per tutto il 2020 e il 2021. La Banca si impegna ad acquistare il credito d’imposta eleggibile ai sensi di legge e il cliente, conoscendo il prezzo, si impegna a cederlo con la formula della cessione pro-soluto, ceduti dai clienti in base alle seguenti caratteristiche:
– per i crediti d’imposta con compensazione in 5 quote annuali, l’acquisto avverrà a 102,00 euro per ogni 110,00 euro di credito di imposta se il cedente è una persona fisica o un condominio (92.7% del valore nominale del credito)
– per i crediti d’imposta con compensazione in 5 quote annuali, l’acquisto avverrà a 100,00 euro per ogni 110,00 euro di credito d’imposta se il cedente è un’impresa (90.91% del valore nominale del credito)
– per i crediti d’imposta con compensazione in 10 quote annuali, l’acquisto avverrà a 80,00 euro per ogni 100,00 euro di credito d’imposta (80% del valore nominale del credito).

Il pagamento del corrispettivo della cessione avverrà entro 5 giorni lavorativi successivi alla data in cui il credito risulterà nel cassetto fiscale della Banca, senza alcun ulteriore onere. Nel caso in cui il cliente abbia beneficiato di un finanziamento “ponte”, il corrispettivo della cessione sarà utilizzato in tutto o in parte per il rimborso del finanziamento.

La Banca ha stipulato un accordo con Deloitte in virtù della quale le società del Network Deloitte offriranno gratuitamente ai clienti Intesa Sanpaolo un servizio facoltativo di consulenza per tutte le fasi dell’intervento e che prevede:
– assistenza e consulenza per individuare la documentazione da produrre in ciascuna fase dei lavori
– controllo progressivo dal punto di vista fiscale della documentazione, per garantire il costante rispetto della regolamentazione vigente
– rilascio – ove previsto – del “visto di conformità” che certifica il rispetto di tutte le attività amministrative richieste dalla normativa
– trasferimento del credito d’imposta maturato dal cassetto fiscale del cliente a quello di Intesa Sanpaolo.

La soluzione finanziaria offerta dal Gruppo Intesa Sanpaolo consente quindi di:
– monetizzare il credito che diversamente sarebbe utilizzabile solo in compensazione dei propri debiti fiscali in più annualità (5 o 10 anni), nel presupposto di avere ogni anno la necessaria capienza fiscale;
– per le imprese di ogni dimensione, eliminare il credito fiscale dalle poste del proprio bilancio, sostituendolo con la liquidità incassata;
– garantire la liquidità necessaria per lo svolgimento dei lavori, grazie al finanziamento ponte.

Inoltre, Intesa Sanpaolo sta lavorando per la sottoscrizione di accordi di collaborazione con Utilities e operatori industriali nazionali ed esteri per supportare finanziariamente l’offerta commerciale di questi operatori che svolgeranno un ruolo fondamentale nella realizzazione
di questa misura di rilancio.

Privati e imprese di ogni dimensione potranno quindi affrontare gli investimenti di riqualificazione energetica e sismica potendo contare sulla solidità finanziaria del Gruppo che li sosterrà durante il periodo compreso tra l’avvio dei lavori e la concretizzazione del credito, avendo fin dall’inizio l’impegno da parte della Banca ad acquisire il credito di imposta, nel momento in cui questo si concretizzerà.

Stefano Barrese, Responsabile della Divisione Banca dei Territori di Intesa Sanpaolo, ha dichiarato: “La sostenibilità è uno dei pilastri fondamentali del nostro Piano d’impresa e, come prima banca del Paese, poniamo una forte attenzione anche all’efficientamento energetico proponendo soluzioni finanziarie per accompagnare privati e imprese al Green Deal. L’offerta Superbonus, Ecobonus e Sismabonus è già operativa dal 13 agosto e a testimonianza della grande attenzione sono oltre 500 le richieste che in pochi giorni abbiamo raccolto, anche attraverso la piattaforma di Deloitte. Le nostre filiali stanno fornendo risposte ai clienti, grazie anche al supporto di 200 specialisti presenti su tutto il territorio nazionale, che affiancano i nostri gestori. Grazie a questa ulteriore iniziativa, i clienti potranno contare sul nostro sostegno sin dall’avvio dei lavori di ristrutturazione con soluzioni di finanziamento per supportarli nel periodo intercorrente tra l’avvio degli
interventi e la monetizzazione del credito fiscale, attraverso la cessione del credito. Una misura che ribadisce il nostro ruolo di banca d’Impatto a sostegno del tessuto economico del Paese”.

Mauro Micillo, Responsabile della Divisione IMI Corporate & Investment Banking di Intesa Sanpaolo, ha affermato: “Superbonus, Ecobonus e Sismabonus rappresentano delle grandi opportunità. Il rilancio delle attività edili, in virtù della loro lunga filiera collegata a molti altri settori, può contribuire in maniera significativa alla ripresa economica del Paese e, al contempo, al miglioramento dell’efficienza energetica e della sicurezza sismica. La crescente sensibilità nei confronti delle tematiche ambientali trova risposta in incentivi che consentiranno maggiori investimenti per l’installazione di impianti fotovoltaici e di strutture per la ricarica di veicoli elettrici negli edifici. Intesa Sanpaolo si conferma motore dell’economia reale a beneficio di imprese e famiglie, proponendo soluzioni concrete che mettono subito a disposizione la liquidità e l’assistenza necessarie, velocizzando l’avvio del rilancio”.

Le filiali di Intesa Sanpaolo sono a disposizione per approfondire le caratteristiche della nuova offerta.

Il settore delle costruzioni in Lombardia

Uno dei settori che riceverà gli stimoli più significativi dall’introduzione degli incentivi per la riqualificazione energetica e antisismica degli edifici è il comparto delle costruzioni. In Lombardia il settore delle costruzioni nel 2018 contava circa 267 mila occupati pari al 5,6% degli occupati regionali, mentre in termini di valore aggiunto il settore aveva generato 13,5 miliardi di euro con un’incidenza sul dato lombardo del 3,9% (media nazionale 4,3%).

La provincia di Milano, capoluogo lombardo, al 2017 impiegava 90 mila persone (quasi un terzo degli occupati nel settore delle costruzioni nella Regione e il 5,9% del totale nazionale), generando in termini di valore aggiunto 4,9 miliardi di euro (con un’incidenza sul dato provinciale del 3,1%).

Negli ultimi dieci anni il comparto è stato interessato da un importante processo di ridimensionamento che per la Lombardia si è rivelato sostanzialmente in linea col dato nazionale: rispetto al 2008 il valore aggiunto ha subito una riduzione del -34% in Lombardia (la media italiana è del -35%). Solo di poco più contenuto il calo sperimentato nella provincia di Milano (-32%). Stesso trend per quanto riguarda il dato
occupazionale: tra 2008 e 2018 si è assistito a un calo del -20,2%, flessione solo leggermente più contenuta rispetto al totale nazionale (-21,7%). Milano ha mostrato una tenuta maggiore, mostrando un calo di occupati vicino al 5%.

A marzo 2020 in Lombardia erano attive più di 130.500 imprese nel settore delle costruzioni (il 17,8% del totale italiano): quasi un terzo delle imprese ha sede a Milano (con 41.299 aziende, il 5,6% del dato nazionale); seguono Bergamo (13,4%), Brescia (12,5%), Monza e Brianza (9,1%) e Varese (7,5%).

L’andamento del numero di imprese attive dimostra il progressivo ridimensionamento che ha interessato il settore: in Lombardia infatti rispetto al 2009 le imprese attive si sono ridotte di oltre 16.500 unità (- 11,3%), calo in linea con quanto registrato a livello nazionale. In controtendenza invece le province di Milano e Monza Brianza che mostrano una, seppur lieve, crescita: rispettivamente +1,6% e +1,3%.
Il patrimonio immobiliare sul quale si inseriranno gli incentivi suggerisce un contesto di applicazione favorevole, poiché è caratterizzato, sia in Lombardia come anche in altre regioni d’Italia, da edifici residenziali mediamente piuttosto “datati”. A livello nazionale infatti gli edifici residenziali costruiti prima del 1980, quando ancora non vigevano le prime norme sull’efficienza energetica, sono il 74,1% del totale, e in Lombardia il 72,9%. Le province della regione ordinate per percentuale maggiore di anzianità vedono ai primi posti Pavia (77,7%), Como (75,8%), Lecco (74,9%) e Varese 74,5%; seguono Milano (73,1%), Mantova (72,8%), Brescia (72,6%), Cremona (72,6%), Sondrio (70,4%), Monza Brianza (69,9%), Bergamo (69,7%) e Lodi (65,3%).

In Lombardia ci sono ampi spazi di miglioramento in termini di efficienza degli edifici residenziali: è infatti bassa la quota di quelli con elevate prestazioni energetiche: secondo i dati cened2.0 aggiornati al 02/07/2020 solo l’8% degli edifici con attestazioni energetiche sono certificati in classe A o B.

L’investimento medio degli interventi di riqualificazione del patrimonio immobiliare esistente si aggira attorno ai 12 mila euro. Tra le tipologie di riqualificazione più utilizzate, anche ai fini delle detrazioni fiscali, ci sono i serramenti (39%), seguiti da schermature (26%) e caldaie a condensazione (16%).

Scegliere di vivere in un edificio efficiente significa consumare un quantitativo di energia che è 4/5 volte inferiore a quella necessaria a garantire un comfort adeguato in un edificio non riqualificato, costruito tra gli anni ’70 e ‘90 1 . Anche il valore dell’immobile ne risente positivamente. In Lombardia si evidenziava al 2016 un valore del patrimonio residenziale complessivo pari a 1.006 miliardi di euro, il 16,8% del valore italiano. Per la città di Milano, il valore delle abitazioni stimato era pari a circa 207 miliardi di euro 2 . A livello nazionale il valore patrimoniale residenziale è pari a circa 3,6 volte il PIL nazionale; in Lombardia il valore del patrimonio abitativo, comprensivo delle unità pertinenziali, è invece 2,7 volte il PIL regionale.

Uno specifico ambito degli incentivi riguarda le installazioni di impianti fotovoltaici e sistemi di accumulo che, se eseguito congiuntamente con un intervento “trainante”, potrà beneficiare del superbonus del 110%. Le statistiche del territorio, mettono in evidenza dei margini di intervento interessanti soprattutto in termini di produzione pro-capite generata: gli impianti fotovoltaici nel settore domestico presenti in
Lombardia nel 2019 erano 111.356 pari al 15,4% del totale italiano, con una produzione lorda era pari a 484 GWh e una potenza installata di 493 MW che, se rapportata alla popolazione corrisponde a 49 Watt per abitante. Il dato più alto si registra in Friuli Venezia-Giulia con 118 Watt per abitante 3 . Tanta strada è stata fatta comunque nell’ultimo decennio, grazie anche a un sistema di incentivazione favorevole: dal
2010 gli impianti fotovoltaici a uso domestico nella regione sono aumentati di oltre 90.000 unità.

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