È mercoledì mattina quando a Serina, in Val Brembana, si predispongono i banchetti del mercato comunale. Un mercato importante perché è tempo di villeggianti che animano l’economia estiva della Val Serina.
C’è un banchetto che vende mascherine anti-Covid. Alcune riportano delle griffe, Gilera, Honda, Kawasaki, Puma… e poi in bella mostra eccone alcune con le frasi di Benito Mussolini, il fascio littorio o la fiamma tricolore con la scritta “Boia chi molla”.
“Italiani si nasce, non si diventa”, “Credere, obbedire, combattere” e ancora “Meglio vivere un giorno la leone che 100 da pecora”.
La denuncia arriva da Anpi Bergamo.
“Sfruttare l’emergenza sanitaria Covid-19 per fabbricare e vendere dispositivi di protezione individuale con evidenti contenuti di propaganda fascista è qualcosa di disgustoso, oltre che illegale – afferma Mauro Magistrati, presidente di Anpi Bergamo -. L’apologia di fascismo è un reato e tale deve essere considerato. Ci auguriamo che le autorità preposte vigilino perché sui mercati comunali delle nostre vallate, luoghi di incontro e di socialità pur in momenti difficili come questo, siano denunciate e perseguite azioni come questa che calpestano la nostra Costituzione e infangano la memoria della Resistenza partigiana”.
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