“L’emergenza covid ci ha fatto comprendere non solo l’importanza di avere un servizio sanitario completo ed efficiente in tutte le sue parti, ma anche quanto siano necessarie la prevenzione e la diagnosi precoce delle varie patologie: la patologia data dal virus, così come tante altre malattie, sono più gestibili quando diagnosticate e curate nelle loro fasi iniziali”: questo è il punto di vista che arriva dall’amministrazione comunale di Bergamo dell’Assessora alle Politiche sociali Marcella Messina e del Consigliere Pd Alessandro De Bernardis.
“Purtroppo, in una fase così delicata, sembra che talvolta il servizio sanitario stia faticando nel rispondere alle esigenze delle varie fragilità, su tutte quelle oncologiche, perché le liste d’attesa sono infinite, tante visite sono state cancellate e non riprogrammate durante i mesi del lockdown. Ma sotto a questi numeri – spiegano i due – ci sono persone che hanno patologie in atto o potenziali che non stanno ricevendo le cure adeguate e non sanno nemmeno quale sia il loro decorso. Sono quindi necessari – aggiungono – maggiori investimenti anche su questo fronte, sulla possibilità per chi già aveva una patologia di ricevere le cure adeguate, al fine di non trovarsi a dovere affrontare il problema troppo tardi, quando sarebbe stato possibile curarlo meglio e più facilmente. La gestione acuta ed emergenziale è essenziale, ma la prevenzione e la diagnosi precoce sono quelle che numericamente salvano più persone e permettono a queste di mantenere la migliore qualità della vita”.
“E secondo una denuncia fatta dalla sezione bergamasca della Lega Italiana per la Lotta contro i Tumori – spiegano – sono ben 2000 i ritardi diagnostici per patologie oncologiche occorsi in Provincia durante il lockdown”.
Messina e De Bernardis chiedono quindi “una seria riorganizzazione sanitaria che parta da questo assunto, perché, come una coperta troppo corta, l’emergenza che abbiamo vissuto ha scoperto in maniera sensibile un grandissimo numero di situazioni”. Le proposte sono complesse ma necessarie: è essenziale ampliare la fascia oraria delle prestazioni maggiormente richieste, potenziando gli organici e sacrificando ove necessario la libera professione, almeno fino al recupero dell’arretrato; tutto questo non può però avvenire a scapito dei medici e degli altri professionisti sanitari – chiosano – di conseguenza devono essere predisposte risorse economiche e di personale aggiuntive”.
commenta