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Il rettore morzenti pellegrini

L’Università di Bergamo al Lazzaretto. E aspetta il ministro: “Che sia segno di speranza”

Per un mese, dai primi di settembre all’inizio di ottobre, l’UniBg si trasferisce

Una riapertura a tappe può essere definita la nuova era post Covid dell’Università degli Studi di Bergamo. Lei, centro del sapere della città in Italia più colpita dalla pandemia, con a capo Remo Morzenti Pellegrini, rettore e presidente della Conferenza dei rettori lombardi che, prima dei decreti nazionali e regionali, ha firmato la sospensione dell’attività didattica per le università della regione. Era il 22 febbraio.

Originario della Valle Seriana, di Clusone, ha vissuto nel profondo la calamità che ha così duramente colpito il territorio bergamasco: negli occhi di alcuni docenti che, tra fine febbraio e inizio marzo, sono stati ricoverati in terapia intensiva, nei racconti dei membri del personale universitario, contagiati dal virus e lacerati dalla perdita di persone care e, infine, nelle parole commoventi degli alunni che gli hanno scritto confidandogli le proprie paure.

“Nella tragedia l’emozione più bella e grande me l’hanno data proprio i ragazzi e le ragazze dell’Ateneo – ci racconta Pellegrini –. Ancora oggi, quando sono preoccupato per le innumerevoli e importanti decisioni da prendere, vado a rileggere le loro mail: da lì traggo la forza e capisco, ancora di più, la responsabilità sociale, non solo formativa, che ha un’università. Durante il lockdown siamo entrati vicendevolmente nelle nostre case, io scrivevo e loro mi rispondevano, creando un rapporto insolito, certo, ma potentissimo. Una studentessa, un giorno, mi ha chiesto di ricordare il padre morto a causa del Covid e io l’ho fatto in occasione della mail di Pasqua agli studenti. Tutti questi ragazzi si sono aggrappati all’Università per andare avanti e io sarò loro eternamente grato: voglio continuare a dimostrare che ci siamo, che non li lasciamo soli”.

Una promessa che il rettore non ha mancato di rispettare. Il 24 agosto, infatti, è ufficialmente iniziata la Fase 3 dell’Unibg (che durerà per tutto il primo semestre): con la ripresa degli esami della sessione autunnale in presenza, con la possibilità, tuttavia, di poterli svolgere, motivatamente, a distanza specialmente per studenti fuori sede, all’estero, impossibilitati a tornare oppure per chi, per motivi personale, non se la sente di spostarsi.

In attesa del 5 ottobre: giorno ufficiale della ripresa in sicurezza delle lezioni nelle consuete sedi Unibg in presenza, ma solo per il 50% degli studenti iscritti al corso (che dovranno confermare il loro posto in aula tramite un’apposita app, in via di definizione in questi giorni), chi non riuscirà a presenziare, potrà comunque seguire a distanza in diretta grazie alle nuove tecnologie installate che permettono la ripresa della lezione e la sua registrazione.

Una nuova era che avrà anche un nuovo scenario: sì, perché, per circa un mese, dai primi settembre fino all’inizio di ottobre, l’Università si trasferirà al Lazzaretto per poter accogliere in presenza gli studenti che dovranno effettuare i test d’ingresso nazionali per l’ammissione alle facoltà di Medicina e Scienze della Formazione Primaria e i test preliminari per l’accesso ai percorsi di formazione per il conseguimento della specializzazione per le attività di sostegno didattico.

“Il 3 settembre si terrà il test nazionale d’ingresso di Medicina – continua Pellegrini – e, da quest’anno, i candidati dovranno sostenerlo nell’ateneo più vicino alla loro residenza. È stata una sorpresa per noi, non avendo la facoltà di Medicina: per ospitare i test di solito si adibiscono le Fiere cittadine, ma alla nostra Fiera c’è l’ospedale da campo: ho dovuto trovare una soluzione alternativa. Da settembre fino ad ottobre, perciò, la casa dell’Unibg sarà il Lazzaretto che si sta trasformando per poter accogliere tutti gli studenti, anche in caso di mal tempo, grazie a una tensostruttura. Aspettiamo circa 810 giovani bergamaschi che, quest’anno, hanno deciso di iniziare il percorso per diventare medici”.

Il Lazzaretto, però, non sarà solo sede dei tre test d’ingresso, ma anche sede dedicata ai neo iscritti e di uno speciale evento creato per i laureati triennale e magistrale 2019/2020 che, per la prima volta nella storia di Unibg, sono stati proclamati dottori a distanza (da ottobre, invece, ripartiranno le lauree in presenza).

“Sin da subito, quando abbiamo iniziato a pensare al nuovo anno – continua il rettore – i miei pensieri si sono rivolti alle matricole, che tra un semestre straziato, una maturità monca ed incontri per l’orientamento universitario praticamente nulli, si sono diplomati in modo confuso e rischiano di iniziare allo stesso modo il loro primo anno universitario. Dal 4 al 15 settembre (giorno prima del test di Scienze della Formazione Primaria), quindi, ho deciso di allestire il nostro tradizionale punto info per matricole a cui quest’anno avevamo dovuto rinunciare, mentre dal 17 al 29 settembre ogni giorno sarà dedicato ad un diverso Dipartimento dell’Università che verrà illustrato da ex studenti e professori ai nuovi iscritti. Per chiudere il 30 settembre con una cerimonia a cui tengo particolarmente, dal momento che si tratta della realizzazione di una promessa fatta agli studenti in tempo di lockdown: alla presenza del ministro dell’Università e della Ricerca, Gaetano Manfredi, verranno consegnate le pergamene dei laureati a distanza di marzo, aprile e luglio 2020”.

Un “Graduation Day” alternativo. Ma non solo. Il 30 settembre avrà anche un forte valore simbolico perché il ministro Manfredi, con il discorso a Bergamo, aprirà simbolicamente l’inizio delle lezioni universitarie in tutta Italia.

“È emozionante pensare che proprio da Bergamo, città più colpita dalla pandemia, e dal suo Lazzaretto, storicamente luogo di malattia e guarigione, allestito, anche se non solo, per i medici del futuro, riparta tutta l’Italia. Credo che sia un grande segno di speranza. Ancora di più se si guardano i numeri dei nuovi iscritti: nei mesi passati ero molto preoccupato per il futuro dell’Università nella città più tristemente conosciuta nel mondo durante il lockdown, eppure, con mia grande sorpresa, abbiamo il 12% in più rispetto l’anno scorso (anno record a livello di richieste) delle iscrizioni alle lauree magistrali e contiamo di arrivare a 6 mila studenti per le triennali (da quest’anno tutte a numero chiuso), tenendo conto dei partecipanti ai test d’ingresso. È un segnale molto importante e una responsabilità ancora più grande per noi: gli studenti ritengono Bergamo e la sua Università sicure. Sono orgoglioso di riuscire a mantenere alta l’attrattività della città e di lavorare per l’Unibg del futuro. Ora si ricomincia.”

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