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Il requiem in quota

Friday for future Bergamo: “Sciogliamo l’indifferenza, non i ghiacciai” fotogallery video

Domenica 23 agosto i Fridays for Future hanno suonato un Requiem al ghiacciaio del Gleno, sulle nostre Orobie, prendendo spunto da un’iniziativa che Legambiente ha iniziato l’anno scorso, e che quest’anno ha inserito nella “Carovana dei ghiacciai”, iniziative in tutta Italia per sensibilizzare sullo scioglimento dei ghiacciai montani e sulla crisi climatica

Domenica 23 agosto i FFF (Fridays for future) di Bergamo, in collaborazione con la Carovana dei Ghiacciai, Legambiente e Italia Nostra sono saliti ai piedi del ghiacciaio del Gleno per suonare il Requiem. Un’iniziativa per sensibilizzare tutti su una delle conseguenze più allarmanti e a noi vicine del cambiamento climatico: lo scioglimento dei ghiacciai. Ecco il resoconto di quella giornata da parte dei Fridays for future.

“Uno dei disegni delle magliette che qualche mese fa abbiamo realizzato insieme al laboratorio Tantemani raffigura un orso polare che si scioglie – scrivono i FFF Bergamo -. Ci sembrava un’immagine efficace, perfettamente rappresentativa dello stretto legame fra fusione dei ghiacci e conseguenze sull’habitat, sulla vita. Tuttavia ci siamo resi conto che pensare ai poli per figurarci il ghiaccio che scompare non è sufficiente. È importante anche saper riportare lo sguardo qui, vicino a noi, e renderci conto che anche la scomparsa dei ghiacciai montani (niente orsi polari quindi) non è solo un importante termometro di un pianeta sempre più caldo, ma anche causa di problematiche legate strettamente al nostro territorio.

Ecco perché domenica 23 agosto abbiamo suonato un Requiem al ghiacciaio del Gleno, sulle nostre Orobie, prendendo spunto da un’iniziativa che Legambiente ha iniziato l’anno scorso, e che quest’anno ha inserito nella “Carovana dei ghiacciai”, iniziative in tutta Italia per sensibilizzare sullo scioglimento dei ghiacciai montani e sulla crisi climatica.

Il ghiacciaio del Gleno, infatti, è in costante e preoccupante ritiro, sin da quando, ai primi del secolo scorso, sono iniziate le misurazioni: oggi non copre un sesto della superficie che raggiungeva un secolo fa. Eseguire il Requiem alla quota simbolica di 2300 metri sul livello del mare, intravedendo tra la nebbia quello che resta del ghiacciaio, ritiratosi fino a 2550 metri, è stato impressionante. Così come sconvolgono gli studi scientifici sul tema della crisi climatica (l’ultimo dei quali, realizzato nell’ambito del progetto In marcia per il clima, rivela che negli ultimi 50 anni la temperatura media della provincia orobica è aumentata di 2,58 °C).

Vedere orsi polari in difficoltà forse lascia indifferenti al problema del riscaldamento globale. Non è invece così semplice rimanere indifferenti ad un ambiente che cambia davanti ai nostri occhi, agli occhi di persone che il ghiacciaio del Gleno l’hanno visto, cosa che oggi, noi non possiamo più fare”.

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