Titolo: Gretel e Hansel
Regia: Osgood Perkins
Durata: 87’
Valutazione: ****
Programmazione: UCI cinema Orio
La recensione
Per molte persone (che siano bambine, adolescenti o adulte poco importa) la fiaba di “Hansel e Gretel” rappresenta uno dei tanti racconti popolari nati nel medioevo arrivati fino ai giorni nostri, in grado di insegnare in modo semplice, allegorico e simpatico come sia sconsigliabile fidarsi degli sconosciuti o come il sostegno reciproco, soprattutto all’interno del nucleo famigliare, sia il modo più efficace per risolvere molti problemi.
Spesso, però, capita che queste storie vengano riscritte ad hoc o edulcorate per evitare di impressionare troppo il pubblico per cui erano state originariamente pensate, travisandone così il senso originale.
“Gretel e Hansel” nasce proprio dalla necessità di Oz Perkins, regista già noto per “February – L’innocenza del male” e “Sono la bella creatura che vive in questa casa”, di stravolgere lo spasmodico bisogno di rendere tutto docile e “family friendly” che contraddistingue il cinema moderno, raccontando una fiaba con personaggi e tematiche tanto terrificanti quanto macabri, riproducendo fedelmente i toni cupi voluti originariamente dai fratelli Grimm.
Gretel (Sophia Lillis) e Hansel (Samuel Leakey) scritti nel titolo del film in quest’ordine per sottolineare il ruolo di vera protagonista della sorella maggiore, racconta la storia di due fratelli che, a seguito della morte del padre, vengono cacciati in malo modo di casa dalla madre per via della povertà dilagante che in quel periodo trafiggeva la Germania. Abbandonati, soli e senza mezzi di sostentamento, i due sono costretti a vagare in un mondo tetro e spietato che, seppur con qualche eccezione, si rivelerà pieno di insidie e minacce per la loro sopravvivenza.
Poco distante dalla trama originale, il film di Perkins rappresenta un affascinate tentativo di riproporre in chiave horror uno dei racconti più amati da grandi e piccini della storia recente, capace di offrire allo spettatore ambientazioni evocative, personaggi e situazioni al limite del demoniaco ed un finale che, oltre alla canonica lotta tra bene e male, mostra con maestria l’importanza di prendere coscienza di sé stessi per affrontare le insidie del mondo che ci circonda.
Battuta migliore: “non c’è altra scelta, dobbiamo renderlo… delizioso”
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