Cristian Persico, 34 anni, ed Emiliano Perani, 36. Entrambi di Casnigo, cugini di secondo grado. Giovani uomini, uniti dallo stesso drammatico destino: strappati prematuramente alla vita da quel virus che – in Valle Seriana più che altrove – ha reso sottilissimo il confine tra la vita e la morte. Solo la piccola Casnigo, nel nerissimo mese di marzo, ha pianto 35 persone contro le 4 dell’anno precedente.
“Le loro storie siano d’insegnamento ai giovani che oggi pensano di essere immuni, li spingano a riflettere – dice don Mario Carminati, zio di Cristian, con la voce spezzata dall’emozione -. Lui ed Emiliano erano sani, senza alcuna patologia pregressa. Se fossi uno di quei ragazzi che oggi prendono sotto gamba il virus, qualche domanda me la farei”.
Don Mario, arciprete nella parrocchia di Seriate, non parla per sentito dire. Lui, il Covid-19, lo conosce bene: oggi il dramma del nipote; ieri la straziante visione delle bare in attesa di essere cremate, portate via dall’esercito dalla chiesa di San Giuseppe, “patrono della Buona Morte” come ricorda lui.
Il nipote, Cristian, lavorava come perito elettrotecnico in un’azienda di Cazzano Sant’Andrea. Nel giugno 2019 aveva sposato Sara (“a lei va tutta la nostra gratitudine, perché in questi mesi ti ha accompagnato con infinita delicatezza e grandissimo coraggio”, ha scritto in uno struggente post su Facebook) ed era molto conosciuto in paese, per via del suo impegno in oratorio. Suonava il baghèt – l’antica cornamusa bergamasca, tra i simboli di Casnigo – e amava le escursioni in montagna. Lascia nel dolore papà Renato, che otto anni prima aveva dovuto affrontare un’altra durissima prova: la perdita della moglie, Angioletta.
Il 34enne era arrivato all’ospedale Papa Giovanni di Bergamo il 23 marzo. Si è spento mercoledì pomeriggio, 19 agosto, dopo cinque mesi di lotta. “Il virus, seguito da un’infinità di complicanze, ha avuto la meglio e si è preso la sua giovane vita” ha spiegato don Mario, ringraziando i medici e gli infermieri della terapia intensiva per averlo curato “con professionalità e passione, accompagnandolo e lottando con lui oltre ogni limite”.
Il cugino, Emiliano, era mancato l’8 aprile all’ospedale San Gerardo di Monza. Lavorava come grafico e aveva una passione smisurata per i viaggi, la fotografia e la pallacanestro, tant’è che gli amici hanno chiesto al Comune di intitolargi il campo da basket: quello dove passava i lunghi pomeriggi d’estate.
“Erano ragazzi in gamba, in piena salute, sportivi, amanti della vita e con tante passioni – commenta il sindaco Enzo Poli -. La notizia della morte di Cristian aggiunge dolore al dolore, eravamo convinti potesse farcela”. Sabato alle 10,30 il funerale nella parrocchiale del paese.
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