Massimo Boffelli, direttore della Fondazione Teatro Donizetti di Bergamo, socialista da sempre come Claudio Bonfanti, ricorda l’amico scomparso mercoledì a 73 anni (leggi)
Ho conosciuto Claudio Bonfanti agli inizi degli anni Ottanta, quando ho iniziato a frequentare, da giovane appassionato e poi da militante, la Federazione socialista cittadina. Lì si è accaesa subito l’intesa con lui, intesa che mi ha portato negli anni successivi a lavorare a stretto contatto con Claudio, condividendo i momenti più importanti e intensi della sua crescita politica, da assessore regionale prima a presidente del Consiglio regionale lombardo poi.
Di Bonfanti ho sempre apprezzato la passione, l’intelligenza politica, la sua mitezza, il cogliere anche nell’avversario gli aspetti di valore che sapeva riconoscere, la sua tolleranza e pazienza, disponibile al dialogo senza preclusione: tratti del suo carattere che hanno contraddistinto l’impegno successivo nel volontariato a cui teneva tantissimo.
È nato e creciuto così un legame d’affetto che andava al di là della comune idealità politica e che mi ha permesso negli anni di frequentarlo anche nella sua sfera più privata e familiare conoscendo così un uomo generoso, colto e sensibile.
Sono stati per me quelli anni felici, il cui ricordo con gli incontri fino a tarda notte a ragionare di politica, sognare, ridere, piangere anche, chiacchierare per il piacere di stare insieme, non mi lascerà mai.
Dopo la nostra comune esperienza politica aveva sempre avuto nei miei confronti un’attenzione quasi paterna: si è interessato sempre anche alla mia attività professionale e, con il garbo e la sensibilità che lo caratterizzava, era sempre disponibile a un consiglio. Si è rivelato anche così un amico dolcissimo, con un’umanità che mi è rimasta dentro.
Ciao Claudio, uomo dei sogni. Ti porterò sempre nel mio cuore.
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