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La ricerca

Bergamo sempre più calda, in 50 anni temperatura aumentata di 2,58°C

Tutte le province lombarde registrano un aumento di temperatura che supera la media continentale (+1,990°C)

Rispetto a 50 anni fa la temperatura media nella provincia di Bergamo è cresciuta di 2,58 gradi centigradi. Così, quando vi domandate se sia soltanto un’impressione che oggi faccia più caldo di una volta, adesso siete sicuri che è un dato di fatto.

Lo rivela la ricerca realizzata dell’Osservatorio Balcani Caucaso Transeuropa/EDJNet nell’ambito del progetto In Marcia con il Clima; i dati utilizzati per lo studio sono quelli prodotti da Copernicus e dallo European Centre for Medium-Range Weather Forecasts (Ecmwf)

La temperatura media nelle province italiane, rispetto a cinquant’anni fa è cresciuta di 2,2 gradi centigradi, toccando picchi di oltre 4 gradi in alcune aree del Paese, spiega la ricerca.

La situazione è preoccupante. Le nostre province stanno registrando pericolosi incrementi: ben 72 su 110 totali (il 65%) superano la media continentale (+1,990°C). Fra le realtà più colpite spicca Brindisi, la più riscaldata d’Italia, che secondo quanto riporta l’osservatorio ha subito un riscaldamento di +3.12° C gradi. Appena sotto le città metropolitane Roma (3,07°) e Milano (2,85°), al secondo e quarto posto, sul podio anche Sondrio (2,98°), al terzo posto. In ordine fino alla 20esima posizione troviamo Latina (2,79°), Vicenza (2,76°), Monza Brianza (2,73°), Bolzano-Bozen (2,71°), Lecce (2,69°), Taranto (2,68°), Campobasso (2,67°), Verbano-Cusio-Ossola (2,66°), Reggio Calabria (2,65°), Pordenone (2,63°), Varese (2,61°), Bergamo (che è sedicesima 2,58°), Verona (2,56°), Brescia (2,56°), Treviso (2,54°) e Frosinone (2,53°).

La regione che ha registrato l’incremento maggiore è il Lazio (+2,66 °C), seguita da Trentino-Alto Adige (+2,57 °C) e Lombardia (+2,56 °C).

Si tratta di dati indicativi ma allarmanti, considerando le proiezioni diffuse dalle Nazioni Unite, che han fissato a +1,5 °C il punto di non ritorno per il pianeta, il livello medio mondiale da non superare (al momento il livello climatico medio globale, rispetto all’inizio dell’era industriale che viene considerata come riferimento, si è alzato di 1,1°C). Un limite che, con l’inerzia attuale, dovrebbe invece essere superato tra il 2030 e il 2050. Con conseguenze catastrofiche già irrimediabilmente avviate, come evidenziato da alcuni studi pubblicati in questi giorni in merito alla calotta glaciale della Groenlandia, destinata ormai a sciogliersi. Come evidenziano gli scienziati nemmeno il lock down ha prodotto risultati significativi in tema di global warming.

Il campanello d’allarme suonato dall’Osservatorio non è passato inosservato all’ex europarlamentare Marco Cappato (Tesoriere dell’Associazione Luca Coscioni e fondatore di EUMANS!, il movimento di cittadini europei attivo sullo sviluppo sostenibile) attualmente attivo a livello internazionale con www.stopglobalwarming.eu, l’unica iniziativa formale già incardinata istituzionalmente sul tema in alternativa all’inerzia della UE, una ICE (Iniziativa dei Cittadini Europei) nata da un’idea avanzata da 27 Premi Nobel e 5.227 scienziati e che vanta la fiducia di personalità del mondo della cultura e dello spettacolo come il climatologo Luca Mercalli, e artisti come Gabriele Salvatores, Gabriele Muccino, Pif, Fedez, Mara Maionchi, Giobbe Covatta, Nina Zilli, Neri Marcorè, Giulia Innocenzi, Cristina Capotondi, Arisa…

Stopglobalwarming.eu, promossa insieme a esperti come Alberto Majocchi (professore emerito di Scienza delle Finanze all’Università di Pavia) e Monica Frassoni (ex co-presidente del Partito Verde Europeo), al raggiungimento del milione di firme chiederà alla Commissione Europea di impegnarsi a elaborare la proposta legislativa di fermare il riscaldamento globale spostando le tasse dalle persone all’ambiente, e dunque tassando le emissioni di CO2 e riducendo le tasse sul lavoro. Secondo la proposta, chi emette anidride carbonica in Europa pagherebbe un prezzo a tonnellata (dai 50 euro iniziali a 100 dopo 5 anni) incentivando il risparmio energetico e le fonti rinnovabili. Il ricavato andrebbe a beneficio dei lavoratori, con una riduzione delle tasse in busta paga. In questo modo l’Unione Europea potrebbe ricavare un tesoretto di 180 miliardi di euro all’anno per ridurre la pressione fiscale sui lavoratori europei.

Per raggiungere il milione di firme necessario, notizia dell’ultim’ora, è appena stato prorogato di 6 mesi il termine inizialmente fissato al 20 luglio 2020, e ora spostato al 20 gennaio 2021.

* I dati utilizzati per lo studio sono quelli prodotti da Copernicus e dallo European Centre for Medium-Range Weather Forecasts (ECMWF) rielaborati da OBCT/EDJnet nel contesto del progetto In Marcia con il Clima https://www.europeandatajournalism.eu/ita/Chi-siamo/Altri-progetti/In-Marcia-con-il-Clima.

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