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La mobilitazione

Calcio dilettanti, stop della Val Brembana: “Protocollo anticontagio inapplicabile”

San Pellegrino, San Giovanni Bianco, Zognese, Brembillese, Polisportiva F.lli Calvi (Piazza Brembana) e Valserina non parteciperanno ai tornei del settore giovanile in programma all'inizio della nuova stagione. I presidenti e i dirigenti: “Troppe responsabilità per categorie che vivono di volontariato”.

“Il protocollo è inapplicabile e le responsabilità sono troppe per categorie che vivono grazie al volontariato”. Niente tornei del settore giovanile per alcune società di calcio della Valle Brembana. La dichiarazione di ASD Calcio San Pellegrino, ASD San Giovanni Bianco, ASD Zognese, ASD Brembillese, Polisportiva F.lli Calvi (Piazza Brembana) e ASD Valserina, espressa martedì 18 agosto con un comunicato inviato alla Lega Nazionale Dilettanti, non lascia margine alle interpretazioni: “A seguito del protocollo emanato dalla Lega Nazionale Dilettanti il giorno 10 agosto per la ripresa delle attività del calcio dilettantistico e giovanile, le società, unite e in rappresentanza dell’intera Valle Brembana, comunicano la non partecipazione ai tornei del settore giovanile (Preda, terza categoria; Bonacina, Juniores; Cassera, Allievi; Ciatto, Giovanissimi; De Guz, Esordienti; Coppa Lombardia) per l’impossibilità di applicare le regole ivi contenute”.

Secondo presidenti e dirigenti delle società, il nuovo protocollo della LND, seppur corretto dal punto di vista medico, risulta inapplicabile in particolare per quanto riguarda la gestione della ripartenza dei settori giovanili. Un protocollo che sembra non prendere in considerazione la quotidianità delle categorie cosiddette minori. “Forse chi lo ha scritto non ha nemmeno la minima idea di cosa voglia dire lavorare nelle nostre società, che fanno del volontariato la vera ricchezza. Società che lavorano nei pur piccoli paesi di provincia permettendo a bambini e ragazzi di praticare un’attività che il più delle volte ha un alto valore sociale”.

Un protocollo che, se può essere fattibile per le prime squadre, diventa a tratti ingestibile per le formazioni giovanili. “Per una società aumentano le responsabilità, ma anche i costi di gestione, le tempistiche e il bisogno maggiore di volontari, considerando anche la necessità di sanificare gli spogliatoi o, problema non secondario, la gestione dei trasferimenti dei nostri atleti dal campo a casa. – spiega Stefano Tassis, direttore sportivo del San Pellegrino – Senza contare poi la situazione scolastica, ancora da decifrare, che per i nostri ragazzi deve essere posta davanti alle attività sportive”.

Il nuovo protocollo, relativo alla ripresa delle attività del calcio dilettantistico e giovanile, finalizzato al contenimento dell’emergenza epidemiologica da Covid-19, prevede delle responsabilità che i presidenti e i dirigenti delle società non possono permettersi di prendere, in primis nel rispetto della salute dei propri iscritti. “Crediamo inoltre che noi – spiegano presidenti e dirigenti- non dovremmo sobbarcarci anche la responsabilità di un rischio che ancora oggi, dopo più di sei mesi, nessuno è riuscito a comprendere in tutte le sue dinamiche e pericolosità. Siamo consapevoli che i nostri ragazzi abbiano bisogno di ripartire quanto prima, ma in questo modo è impossibile. Ad oggi non si è in grado neanche di capire se e come riapriranno le scuole (il bene più prezioso per i nostri ragazzi): come possiamo far ripartire prima le attività calcistiche?”

L’appello viene rivolto agli Organi Federali, provinciali e regionali, affinché si impegnino a togliere le responsabilità in capo alle società ed a posticipare l’inizio delle attività agonistiche delle squadre giovanili, “in modo da avere il tempo e le modalità necessarie per organizzare le strutture ed il personale che oggi, date le condizioni, sarà ancora più difficile reclutare”.

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