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Smartworking e welfare aziendale: l’esperienza di CSA Coesi

Il Centro Servizi di Confcooperative Bergamo negli ultimi anni ha attivato varie misure a favore del benessere dei dipendenti. Le politiche di welfare e conciliazione implementate gli hanno permesso di gestire in modo positivo il lavoro durante l’emergenza da Covid-19

L’attenzione ai temi della conciliazione vita-lavoro è un elemento importante per CSA Coesi, Centro Servizi di Confcooperative, che vanta un organico composto all’80% da donne e da molti contratti part-time. Per questo da tempo viene attuata una politica delle risorse umane e di gender management sostenuta da risorse derivanti dai bonus contributivi, ottenuti mediante accordi siglati con le Organizzazioni Sindacali.
Negli ultimi anni, a supporto del benessere e della gestione del carico di cura dei dipendenti, il consorzio ha attivato una serie di iniziative di welfare, quali il servizio di stireria aziendale, corsi di ginnastica vertebrale, visite specialistiche di prevenzione, ma anche bonus nascita erogati ai neo genitori e spazi baby sitting in concomitanza con i periodi di chiusura delle scuole (pre-Covid).

“Le lezioni di ginnastica, oltre ad essere estremamente utili dal punto di vista psicofisico, sono state anche un’opportunità per aumentare la sintonia tra colleghi” rileva una dipendente.

Particolare favore ha incontrato tra i lavoratori anche l’offerta di visite specialistiche gratuite; uno dei colleghi che ha fruito della consulenza nutrizionale ha condiviso che, probabilmente, non ne avrebbe usufruito se non gli fosse stata messa a disposizione dal welfare aziendale: “Credo che il fatto che il primo accesso fosse gratuito mi abbia spronato ad accedere al servizio con risultati che, per lavoratori come me che conducono una vita piuttosto sedentaria, mi hanno permesso di raggiungere un maggiore benessere generale, oltre che di essere più produttivo sul posto di lavoro”.

In aggiunta ai servizi di welfare attivi, nel periodo di emergenza, sono state potenziate le politiche volte al benessere delle lavoratrici e dei lavoratori in forza: in prima battuta è stata data, per esempio, la possibilità ai dipendenti di ricevere supporto psicologico con un ciclo di sedute offerte dal consorzio. Per colmare la carenza di servizi per le famiglie, inoltre, Csa Coesi ha messo a disposizione dei dipendenti l’organizzazione di un centro estivo aziendale, facendosi carico di una quota di compartecipazione alle spese.
“Ritengo che l’esperienza del Cre aziendale sia stata un notevole aiuto per consentire ai genitori di rientrare al lavoro e, in questa estate particolare, anche una preziosa occasione per i nostri figli di vivere esperienze all’aria aperta socializzando con altri bambini” ha osservato una delle mamme lavoratrici che hanno richiesto il servizio.

Nella maggior parte dei casi, i servizi citati sono stati forniti da cooperative bergamasche come Berakah, Alchimia, Namastè Salute, aderenti alla rete Welfare Lynx, il contratto di rete costituito da 15 cooperative sociali nel 2018 per offrire un sistema integrato di servizi, specificamente pensato per il welfare aziendale e privato.

Non di meno, nella fase acuta della pandemia, un’azione fondamentale è stata la scelta dello smartworking che ha permesso a molti uffici di continuare a svolgere la propria attività.

In Csa Coesi il lavoro in modalità agile ha riguardato, infatti, oltre il 75% delle risorse umane: è stata una strategia che ha permesso di dare continuità ai servizi e seguire con la dovuta attenzione le nuove esigenze connesse ai mesi della crisi, come la richiesta di supporto per la gestione degli ammortizzatori sociali proveniente da numerose organizzazioni.

Secondo una rilevazione interna condotta dal CIS – il Comitato di Indirizzo Strategico aziendale con il compito di promuovere politiche attente al miglioramento del contesto lavorativo e la partecipazione del personale all’evoluzione del consorzio – “il lavoro agile nel periodo del confinamento è stata una sperimentazione avviata inaspettatamente, che ha accelerato un cambiamento nelle modalità di lavoro già in corso di definizione e regolamentazione, proprio in risposta alle istanze di una parte dei lavoratori”.

L’elaborazione dei dati emersi dall’indagine ha permesso di valutare l’impatto e il gradimento dei dipendenti rispetto a queste nuove modalità di lavoro: il 55% di chi ha risposto ha espresso un aumento del grado di soddisfazione, nonostante le difficoltà e le sfide legate all’emergenza. L’82% ritiene utile continuare a utilizzare lo smartworking anche in futuro e il 76% considera che favorisca il benessere psicofisico e aiuti a conciliare la vita familiare con il lavoro. Una dipendente ha sottolineato: “Mi ha permesso di gestire meglio la vita privata, in particolare i tre figli, e gli impegni lavorativi, trovando strategie per risparmiare tempo ed essere più efficace dando priorità all’essenziale”.

Rimane da perfezionare l’interazione con i colleghi: possono risultare più difficili i confronti, gli scambi di idee e le occasioni di apprendimento tipiche dell’incontro di persone nelle sedi di lavoro, ma certamente il quadro che emerge indica che una riorganizzazione del lavoro è possibile.

Il consorzio ha confermato il lavoro da remoto anche durante la “fase 3” per un quarto del personale, per lo più mamme lavoratrici ma anche un giovane papà alle prese con la cura dei figli, in mancanza di campus estivi e servizi di supporto.
Csa Coesi si conferma, dunque, anche nella difficile prova dell’emergenza Covid-19, un ambiente di lavoro capace di promuovere il benessere dei lavoratori, delle lavoratrici e dei loro familiari attraverso politiche di welfare centrate sui bisogni e sulla costruzione di soluzioni adeguate ed efficaci.

I preoccupanti dati sulla disoccupazione femminile, che evidenziano come per il 2019 il tasso di occupazione a Bergamo si sia attestato al 54% (inferiore al tasso regionale e nazionale), chiedono massima attenzione a esperienze come questa, che provano a rispondere alle disfunzioni del mercato del lavoro con progetti lungimiranti e innovativi.

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