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Nell’isola

Da Hidrogest a Uniacque: “Bollette salate”; “Adeguate a quelle di tutti i bergamaschi”

Tariffe cresciute fino al 90%: protesta l’associazione Isola Bene Comune. Uniacque replica: “Tariffe bloccate illegittimamente dal 2007”. E Hidrogest (HServizi) risponde

L’associazione Isola Bene Comune si pone e pone alcune domande a Uniacque, la societa del servizio idrico che dal novembre 2019 lo gestisce al posto di Hidrogest dopo due incontri pubblici organizzati da Isola Bene Comune già nel 2017 a Madone e Chignolo e dopo che Hidrogest ha perso il contenzioso legale con Uniacque con il risultato di “un aumento del 30% e oltre per l’utenza domestica e fino al 90% per le aziende”. È quanto emerge, spiega l’associazione, dalle bollette per l’acqua distribuite nelle scorse settimane

Le bollette “coprono solo una parte dell’anno, ma già si è potuto verificare un inequivocabile aumento delle tariffe e non è finita perché c’è il rischio di un aumento retroattivo a partire dal 1° gennaio 2019”.

E riporta alcune riflessioni raccolte parlando con i cittadini:

    • Stiamo ancora soffrendo per il Covid-19 ed ora arriva anche Uniacque a bastonarci con questi aumenti…
    •  Abbiamo già pagato Hidrogest, ed ora Uniacque ci chiede la retroattività della tariffa: PERCHÉ?
    • Non si può cambiare il fornitore?
    • È un aumento retroattivo o si comincia adesso a pagare la nuova tariffa?
    • Come associazione abbiamo fatto qualche confronto tra le tariffe.

Confrontando le fasce di consumo per le utenze domestiche si ha il seguente risultato:

Generico agosto 2020

È evidente che gli scaglioni nei quali si colloca la maggior parte degli utenti mostrano un forte aumento.

Per esempio, una utenza con un consumo annuo di 300 mc passa da una spesa di euro 303,55 ad una spesa di euro 435,50 con un incremento del 42,54%. Per le imprese si rischiano aumenti ancora più significativi (fino al 90%).

Le domande dunque sono tante: è giusto per un bene primario come l’acqua un aumento così elevato e tutto in una volta? In tempi in cui famiglie e imprese saranno soggette a grande tensione economica è giusto arrivare a tanto? Dov’è la politica al servizio del cittadino? E poi: si ipotizza la retroattività della tariffa con aumento da gennaio a novembre 2019: è corretto?

Isola Bene Comune non solo chiede risposte, ma annuncia che coinvolgerà le amministrazioni comunali della zona e le associazioni di categoria della provincia di Bergamo.

La spiegazione di Uniacque

Quale tariffa del servizio idrico è attiva sul territorio dell’Isola bergamasca e della Valle San Martino? Lo spiega Uniacque, illustrando il perché.

“La prima motivazione è giuridica e risale al 2016 quando, dopo 12 anni di cause, la legge ha sancito il diritto dovere di Uniacque di gestire l’acqua per tutti i cittadini bergamaschi, compresi quelli dell’Isola Bergamasca e della Valle San Martino. Una sentenza che Uniacque ha cercato in tutti i modi di condividere con il territorio, cercando di trovare un accordo per un subentro senza strappi, a salvaguardia della comunità. Un vero e proprio piano di incrementi spalmati su più anni che non andasse a pesare sulle tasche dei cittadini del territorio, una comunità che Uniacque, attraverso i suoi servizi e la sua presenza, sente sempre più vicina.

Un piano purtroppo bocciato da Hidrogest che ha obbligato Uniacque ad applicare subito un incremento di tariffa significativo, sintesi dei costi di investimento e di gestione già sostenuti da tempo, valutati e verificati dall’autorità d’ambito Bergamasca UATO, che Uniacque SpA recupera dai clienti in base ai mc consumati.

La tariffa di oggi è sicuramente diversa, più elevata al metro cubo, di quella applicata a suo tempo da Hidrogest, ma per valide ragioni.

Innanzitutto essendo la gestione di Hidrogest illegittima, non avendo consegnato a suo tempo gli impianti per la loro gestione, ha costretto l’autority di settore nazionale ARERA a bloccare ogni adeguamento tariffario. Non aver consentito la gestione a Uniacque, ha causato infatti l’impossibilità sia di effettuare il servizio nei termini di legge e dunque di poter garantire gli elevati standard qualitativi al cliente sia l’impossibilità nel realizzare i necessari interventi sulle infrastrutture.

Oggi, quindi, la tariffa che i cittadini bergamaschi pagano già dal 2007 deve essere applicata anche agli ex clienti Hidrogest. Un atto dovuto, questo è quello che dicono le sentenze, ma anche il buon senso perché avrebbe permesso di avere una gestione e degli impianti conformi alla legge sin da subito.

Aver tirato la corda sino a qui fa sì che a oggi, a metà del 2020, i cittadini bergamaschi con la loro tariffa hanno di fatto pagato anche gli adeguamenti e gli interventi che già dal 2019 Uniacque ha dovuto realizzare per avvicinarsi al rispetto delle vigenti normative.

Questa tariffa, già peraltro pagata da tutti i cittadini della provincia, viene dichiarata retroattiva, quando in realtà approvata a fine 2019, dispiega i propri effetti sin dall’inizio dell’anno e sostituisce la tariffa applicata fino al 15 novembre 2019 in quanto era una tariffa non conforme alla legge che non consentiva di coprire costi ed investimenti.

Una tariffa che ha anche un valore morale. A seguito del subentro, avvenuto il giorno successivo, il 16 novembre, Uniacque ha assunto 50 dipendenti di Hidrogest facendosi carico, in quanto la società cedente non disponeva delle risorse, di circa 2 milioni di euro per il TFR, ammontare anticipato con la tariffa di tutti gli altri clienti.

Infine, una tariffa anche “condivisa”, approvata dai sindaci bergamaschi e poi deliberata dall’autority ARERA, che Uniacque non può fare a meno di applicare per recuperare parte dei costi di gestione e di investimento.

Sarebbe stato auspicabile applicare sin dall’origine le normative e consegnare la gestione per consentire di completare la gestione d’ambito, come scelto dai sindaci, tutelando i clienti e il territorio. Purtroppo così non è stato ed oggi Uniacque deve, suo malgrado, applicare la tariffa dal 2019, ma soprattutto deve recuperare gli enormi ritardi nella qualità tecnica, commerciale e dei sistemi di misura, con ingenti investimenti in infrastrutture, pena rilevanti sanzioni da parte dell’Autority. Il tutto a salvaguardia di un servizio efficace a tutela della salute e della sicurezza del cittadino”.

La replica di HServizi (già Hidrogest)

Sulla ricostruzione di Uniacque Marco Donadoni, presidente di HServizi (già Hidrogest) ha alcuni appunti importanti da fare.

“Innanzitutto tengo ad evidenziare che gli impianti di proprietà di Hidrogest S.P.A. (Ora HServizi) , messi a disposizione del nuovo gestore, sono assolutamente conformi e certificati annualmente dall’ente preposto che ne verifica la correttezza funzionale, procedurale e documentale.

Per quanto riguarda il TFR, l’accordo tra le due società prevede che il gestore subentrate si accolli il costo, come avviene in ogni passaggio societario, queste somme sono sempre state accantonate a bilancio, come da prassi pertanto già disponibili, il bilancio viene peraltro approvato dall’assemblea dei soci, dal collegio sindacale e dal revisore esterno che ne certifica la congruità.

I bilanci sono pubblici e disponibili sul nostro sito.

Essendo una società pubblica abbiamo sempre evitato inutili polemiche rispetto ad altri soggetti, il nostro fine è sempre e solo stato quello di garantire un servizio di eccellenza ai nostri cittadini che in questi 73 anni ci hanno riconosciuto questa capacità, misurata durante le campagne di customers care.

Il contenimento dei costi è stato possibile grazie alla capacità dei tecnici e della governance di non sprecare energie e risorse in attività non funzionali al servizio, con un solo e unico interesse, quello del cittadino”.

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