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A san pellegrino

AmStaff ucciso a coltellate, la versione della padrona. Due le denunce

"Già alla prima coltellata il nostro cane, che guaiva per il dolore, aveva abbandonato la presa sul Jack Russel di colui che l'ha ucciso"

Temendo per la vita del proprio cagnolino e per l’incolumità di sua moglie, un uomo ha ucciso a coltellate un American Staffordshire Terrier. È successo a San Pellegrino Terme nella serata di martedì 11 agosto.

Secondo una prima ricostruzione dei carabinieri di Zogno la donna, che abita in via Galizzi (zona Belvedere) sarebbe uscita di casa con il proprio Jack Russel, libero e senza guinzaglio, per una passeggiata. L’animale si sarebbe poi avvicinato all’AmStaff (al guinzaglio di una ragazza di vent’anni) che lo avrebbe azzannato, ferendo anche la padrona. La donna avrebbe quindi chiesto aiuto al marito che, intervenuto con un grosso coltello, ha ferito l’AmStaff a morte.

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L’altra versione

Una ricostruzione imprecisa, secondo la madre della 20enne, che ha fornito una propria versione del fatto: “Quella sera, intorno alle 21, la proprietaria del cucciolo di AmStaff, mentre passeggiava in compagnia di altre persone con il cane al guinzaglio, ha visto sbucare sulla strada il Jack Russell. Il cane, libero e senza guinzaglio, non si sarebbe allontanato dall’AmStaff nemmeno all’arrivo della proprietaria e al tentativo delle due donne di tenere distanti i cani.

Dopo pochi secondi di zuffa tra i due animali, il marito della donna – sempre secondo le sue parole – è uscito di casa armato di coltello. Facendosi largo tra i passanti, si sarebbe diretto verso la giovane e il suo cane, ferendo l’AmStaff mentre la ragazza cercava di porre fine alla violenza frapponendosi tra il cane e l’uomo, non riuscendo però a fermarlo.

Quest’ultimo – prosegue la donna – avrebbe continuato a infierire sull’AmStaff ormai senza vita. Tant’è che già alla prima coltellata il cane, che guaiva per il dolore, ha abbandonato la presa sul Jack Russel che l’avrebbe provocato, cercando riparo nella padrona. Sulla scena, inoltre, sarebbero rimaste anche il giorno dopo le copiose tracce di sangue dell’animale ucciso”.

La madre precisa che non era intenzione della giovane proprietaria sollevare un polverone mediatico (per questo non aveva ritenuto di informarne la stampa). L’unico interesse era il procedere della giustizia nei modi e nelle sedi opportune.

Entrambe le persone coinvolte hanno presentato denuncia: la ragazza nei confronti dell’uomo per l’uccisione dell’animale; la 38enne, con ferite considerate guaribili in una decina di giorni, per le lesioni e il ferimento del suo Jack Russel.

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