Come ha scritto il compagno “voleva tornare sull’Everest nei prossimi mesi” ma il suo sogno è stato infranto da una brutto male che l’ha stroncata a soli 56 anni. Si è spenta nei giorni scorsi Stefania Mondini, appassionata di montagna, molto conosciuta nell’ambiente.
Bresciana d’origine, da qualche anno abitava a Bergamo con il compagno Agostino Da Polenza, che sul sito Montagna.tv ha scritto alcune righe per ricordarla:
“Dove vai?” – “In vetta alla montagna della vita. Ha il nome di ognuno di noi e brilla all’alba quando sorge il sole, a mezzogiorno è imponente e immobile nel cielo nero di luce, la sera é fuoco, poi una stella, la polare, s’accende sulla cima, è la mia montagna, vado lì e vi aspetto”. Stefy è stata uccisa da un maledetto e fulmineo tumore..
Amava le montagne, piccole e grandi, amava gli alberi, le formiche e il suo cane Ash, amava gli uomini delle montagne, quelli che le vivono, quelli che le salgono e quelli che ci si divertono. Amava, paradossalmente, anche me, da anni vivevamo ogni giorno insieme.
Amava le storie di montagna, i suoi amici pakistani, nepalesi e italiani che hanno pregato il loro Dio perché Stefania potesse continuare a lavorare per le loro montagne, per il benessere della gente dei villaggi del Karakorum e dell’Himalaya, per i ghiacciai di tutto il mondo.
Voleva tornare alla Piramide dell’Everest quest’autunno, lì la chiamavano “mam”, era la loro protettrice contro i mascalzoni che avevano provato far chiudere il Laboratorio Osservatorio.
Donna generosa e forte, aveva ispirato la spedizione pakistana al K2 per celebrare il sessantesimo della salita italiana e al campo base di notte, quando gli alpinisti pakistani partivano, s’alzava alta la supplica al cielo “zindabad Stefania”, lunga vita a Stefania.
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