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All’Atalanta è mancato il lieto fine, ma la favola della Dea ci stupirà ancora fotogallery

Una mazzata i due gol nei minuti di recupero quando la semifinale sembrava già dei nerazzurri. Ma i Gaspboys hanno tenuto testa agli assi francesi

Gomez saluta zoppicando, Freuler quasi non ce la fa a rialzarsi, gli altri nerazzurri sono impietriti, mentre il Psg esulta come se avesse vinto la Champions. È un finale amarissimo, ma onore al merito a questa Atalanta che fino al 90′ era in semifinale. Stavolta la rimonta è andata al contrario, i francesi hanno trovato la forza per riportarsi in parità e nel giro di tre minuti per assestare anche il colpo del ko. Una mazzata, per i ‘nostri eroi’ che avevano resistito e con il gol di Pasalic nel primo tempo ci avevano fatto sognare.

Ma questa Atalanta esce a testa altissima dalla Champions e il più bel segno di riconoscimento alla squadra è l’applauso di Gasperini all’ultima corsa di Muriel, che si allunga troppo la palla e finisce sul fondo. Il tentativo estremo di rimettere in gioco una partita sfortunatissima, ribaltata proprio quando ormai sembrava decisa.

Un po’ di stanchezza, l’uscita di Gomez al quarto d’ora del secondo tempo, Zapata ammirevole nel cercare di entrare nella difesa francese dove faceva a sportellate con l’intramontabile Thiago Silva e poi stremato si faceva da parte per lasciare il posto al ventenne Da Riva. Gasperini aveva già azzardato inserendo Muriel e giocando la coppia dei bomber colombiani almeno per un quarto d’ora, ma non è bastato.

Obiettivamente, il Paris Saint Germain avrebbe potuto fare gol anche nel primo tempo, quando Neymar si è mangiato quello che altri avrebbero potuto quasi comodamente mettere in rete. Quasi più preoccupato, il brasiliano, di stupire con numeri da circo che di concretizzare le sue giocate. Meglio per l’Atalanta, che ha potuto contare anche su uno Sportiello paratutto, un baluardo insuperabile per Icardi e Neymar.

La svolta per il Psg è arrivata con l’ingresso di Mbappè: anche lui bloccato un paio di volte solo davanti a Sportiello, ma le mani del portiere nerazzurro arrivavano dappertutto. Però le discese dell’asso in dubbio fino all’ultimo hanno aperto dei varchi nella difesa nerazzurra, che fino alla fine (purtroppo non era ancora la fine) aveva resistito benissimo.

Chiaro, ci voleva un altro gol, oltre a quello molto bello di Pasalic, per mettere in cassaforte la qualificazione. L’Atalanta ha fatto il massimo che può fare,contrastando gagliardamente gli avversari in ogni zona del campo. Anche con le maniere forti, alla fine si contano sei ammoniti tra i nerazzurri, d’altra parte la tecnica del Psg spesso non era facile da contenere-

Peccato, perché il sogno sfuma proprio quando sembrava tutto apparecchiato per un’altra incredibile festa. Ma la festa ci sarà lo stesso, al ritorno dei nerazzurri e per tutto quello che hanno fatto in una stagione che resta memorabile. La Champions è l’Università del pallone, l’Atalanta è arrivata a un passo da qualcosa di impensabile, ma è già straordinario quello che hanno fatto i Gaspboys e il loro allenatore. Che hanno onorato la Champions e prima ancora una Serie A che deve per forza considerare anche l’Atalanta tra le grandi.

Non è solo il ‘grazie lo stesso’ il saluto alla fantastica Dea e sarebbe troppo facile sottolineare quanto è mancato Ilicic, che aveva spazzato il Valencia con un poker di gol. Ma non si può nemmeno ignorarlo. D’altra parte l’Atalanta ha dimostrato comunque di essere squadra anche oltre i suoi tre Tenori, Gomez, Ilicic e Zapata. E per il cuore e anche per la capacità di tenere testa agli assi francesi (il solo Neymar guadagna più di tutta la rosa dell’Atalanta) avrebbe meritato di giocarsi i supplementari. Alla prossima, allora. L’Atalanta ci sarà e saprà essere protagonista anche della prossima Champions.

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