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Il punto sui deputati che han chiesto i 600 euro

Si stanno delineando nuovi particolari sui parlamentari che avrebbero chiesto e ottenuto i 600 (poi diventati mille) euro pubblici per sostenere chi, a causa della pandemia del Covid, ha avuto problemi economici.

Si stanno delineando nuovi particolari sui 5 parlamentari che avrebbero chiesto e ottenuto i 600 (poi diventati mille) euro pubblici per sostenere chi, a causa della pandemia del Covid, ha avuto problemi economici. Secondo alcuni quotidiani dei tre leghisti una sarebbe una donna, uno di Mantova e uno del Sud e una donna. Poi c’è un esponente del Movimento 5 Stelle e uno di Italia Viva (ma il gruppo che fa capo a Matteo Renzi anumncia che nessuno dei propri esponenti ha ricevuto bonus).

Per “questioni di privacy” i nomi restano per ora secretati ma sui social si invocano a gran voce e su Twitter l’hashtag #fuoriInomi continua a essere tra i primi in trending da domenica quando il quotidiano La Repubblica ha pubblicato la notizia.

Intanto tutti i partiti prendono posizioni dure nei confronti dei parlamentari.

La Lega avrebbe inoltrato richiesta all’Inps per conoscere le identità e avrebbe mandato anche un messaggio nella chat del Carroccio: “A seguito della notizia emersa in queste ore in merito al bonus di 600 euro percepito da 5 deputati vi chiediamo di verificare se per un disguido i vostri commercialisti ne hanno fatto richiesta e conseguentemente vi siano stati accreditati. Grazie”. Senza ottenere risposte.

Eppure oltre ai 5 deputati e al conduttore Tv, nella nella lista della vergogna ci sono anche governatori di Regione, sindaci, consiglieri, assessori regionali e comunali. L’avrebbero richiesto anche altri professionisti, pur non avendone bisogno, come notai, ingegneri, commercialisti.

Nulla di illegale, visto che per ottenere il bonus ad aprile e marzo era sufficiente mandare una mail all’Inps con il numero della partita Iva. Non c’erano limiti di reddito o di fatturato. L’operazione è costata al governo 6 miliardi di euro per pagare il sussidio ai 4,1 milioni di cittadini che ne hanno fatto richiesta. L’unico limite era che il richiedente non avesse ottenuto altri sussidi come il reddito di cittadinanza, di emergenza o il sussidio di disoccupazione.

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