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Il lutto

Addio a Franca Valeri, rivoluzionaria e talentuosa signora dello spettacolo

L'attrice, sceneggiatrice e drammaturga si è spenta la mattina di domenica 9 agosto nella sua casa di Roma, circondata dall'affetto della sua famiglia

Un grande talento e uno stile unico hanno sempre contraddistinto Franca Valeri. Rivoluzionaria e inimitabile, è stata tra le prime ad aver portato e affermato la comicità femminile, intelligente e mai banale, nel mondo dello spettacolo. Protagonista di una lunga carriera fra teatro, cinema e televisione, opera lirica e letteratura, ha ideato molti personaggi indimenticabili e ancora oggi straordinariamente attuali come la Signorina Snob, Cesira la manicure, la sora Cecioni.

L’attrice, sceneggiatrice e drammaturga, che aveva da poco festeggiato cent’anni, è morta intorno alle 7.40 di questa mattina, domenica 9 agosto, nella sua casa di Roma, circondata dall’affetto della sua famiglia.

Franca Valeri, all’anagrafe Franca Maria Norsa, è nata a Milano il 31 luglio 1920, secondogenita di Luigi Norsa e Cecilia Valagotti. Suo padre era ebreo e la madre, cattolica, era inizialmente mal vista dai parenti del futuro marito, ma l’arrivo del primogenito convinse la suocera ad acconsentire al matrimonio.

Cresciuta frequentando il teatro di prosa, sin dalla giovane età è stata appassionata di questo genere di spettacoli ma ha coltivato anche l’amore per il teatro operistico musicale. Ha frequentato il Liceo classico Giuseppe Parini nella sezione C, l’unica in cui veniva insegnata la lingua inglese, e ha vissuto gli anni delle leggi razziali del 1938, che privarono la sua famiglia dei diritti fondamentali.

Il periodo più difficile arrivò dopo l’8 settembre 1943: il padre e il fratello trovarono rifugio in Svizzera, mentre Franca, rimasta a Milano con la madre, sopravvisse alle deportazioni grazie a un impiegato dell’anagrafe che le rilasciò una carta d’identità falsa, che la trasformò nella figlia illegittima di Cecilia Pernetta di Pavia.

Iniziò recitando delle caricature già prima della guerra, durante l’adolescenza, in compagnia di alcune amiche con le quali inscenò una sorta di teatrino per amici e parenti. In quest’ambito propose per la prima volta il personaggio della “signorina snob”, la “Cesira la manicure”, personaggio che stigmatizzava con ironia i comportamenti ipocriti della borghesia milanese, e la Signora Cecioni, una romana popolana, sempre al telefono con mammà.

Esordì nel 1947 con il personaggio di Lea Lebowitz, un’ebrea innamorata del rabbino, in un lavoro teatrale, e più tardi entrerà a far parte della compagnia del Teatro dei Gobbi, con cui debutterà nel 1949. Il nome d’arte Franca Valeri viene scelto solo più tardi, nei primi anni Cinquanta, su suggerimento di un’amica, Silvana Mauri, che allora stava leggendo un libro del poeta Paul Valéry, e su spinta del padre ingegnere che non era convinto della carriera d’attrice della figlia.

La compagnia del Teatro dei Gobbi, composta da lei, Alberto Bonucci (più tardi sostituito da Luciano Salce) e Vittorio Caprioli (che poi divenne suo marito) si trasferì a Parigi portando in scena i “Carnet de notes n. 1” (1949) e “Carnet de notes n. 2” (1950), opere che propongono una serie di sketch satirici sulla società contemporanea senza ausilio di scene e costumi.

Negli anni Cinquanta Franca Valeri intraprese la carriera cinematografica. Esordì con Federico Fellini nel film “Luci del varietà”, co-diretto da questo grande regista assieme ad Alberto Lattuada, e poi reciterà in una lunga serie di commedie sul grande schermo, spesso al fianco di Alberto Sordi o di Totò, tra cui “Totò a colori” (1952), “Piccola posta” (1955), “Il segno di Venere” (1955), “Il bigamo” (1956), “Arrangiatevi!” (1959) e “Il vedovo” (1959).

Negli anni Sessanta venne diretta da Vittorio Caprioli in alcune commedie a colori, di cui è anche coautrice della sceneggiatura, come “Leoni al sole” (1961), “Parigi o cara” (1962) e “Scusi, facciamo l’amore?” (1968).

Inoltre, diventa colonna portante del varietà televisivo dagli anni Sessanta, spesso diretta da Antonello Falqui in trasmissioni come “Le divine” (1959), “Studio Uno” (1966) e “Sabato sera” (1967), gli ultimi due condotti da Mina.

Franca Valeri

Le sue ultime apparizioni cinematografiche si collocano fra gli anni Settanta e gli anni Ottanta, quando figura in “Basta guardarla” di Luciano Salce (1970), “Ettore lo fusto” (1972), “Ultimo tango a Zagarol” (1973) e “La signora gioca bene a scopa?” (1974).

Negli anni Settanta ha partecipato alla stagione degli sceneggiati televisivi della Rai e nel 1974 scrive e interpreta la miniserie “Sì, vendetta…”, che propone una riflessione sui cambiamenti avvenuti nella società italiana in conseguenza alla rivoluzione sessuale, vissuta attraverso gli occhi di una signora borghese e della figlia hippy.

In tv, nel 1982, fa parte del varietà “Due di tutto” e dal 1989 al 1993 nello spazio all’aperto del Museo della Civiltà Romana, per la manifestazione estiva “Eurmuse” diresse la regia nelle opere “Il Barbiere di Siviglia” di Gioachino Rossini e “Rigoletto” di Giuseppe Verdi.

Nel 1993, dopo un’assenza di circa un decennio, è riapparsa sugli schermi televisivi partecipando alla trasmissione “Magazine 3”, in onda su RaiTre, e nel 1995 è tornata a recitare per la fiction, partecipando alla sit-com “Norma e Felice” accanto al comico Gino Bramieri (con cui aveva già collaborato ai tempi di “Felicita Colombo”, durante gli anni sessanta), a cui fanno seguito le due serie di “Caro maestro” (1996-1997). Nel 1999, poi, accanto a Nino Manfredi, ha recitato in alcuni episodi della serie televisiva “Linda e il brigadiere”, e nello stesso anno ha fato ritorno al varietà, prendendo parte a “La posta del cuore”, in cui riporta in auge il personaggio della “Sora Cecioni”. Nel 1999, è stata in scena con “Alcool”, commedia sulla decadenza dell’alta borghesia diretta da Adriana Asti.

Nel 2000 è stata apprezzata nella miniserie tv “Come quando fuori piove”, diretta da Mario Monicelli, nel 2003 ha recitato nel film “Tosca e altre due” e nel 2006 ne “Les bonnes” di Jean Genet, per poi tornare a teatro: a gennaio 2011 sul palco del Teatro Valle di Roma si è esibita in “Non tutto è risolto” e poi ne “La vedova Socrate”.

Infine, il 19 febbraio 2014 è stata ospite della seconda serata del Festival di Sanremo condotto da Fabio Fazio e Luciana Littizzetto.

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