È il 1961 quando lo sceneggiato tratto dal poco conosciuto romanzo di Jacob Wasseman “Il caso Maurizius”, viene trasmesso dalla RAI in quattro puntate fra il 29 gennaio e il 19 febbraio. L’adattamento e la regia sono di Anton Giulio Majano, mentre il cast è composto da Corrado Pani, Virna Lisi, Mario Feliciani, Lida Ferro, Raoul Grassilli, Alberto Lupo e Alida Valli. La trama in sintesi: un giovane tedesco, figlio di un magistrato, ha il sospetto che il padre qualche anno prima abbia condannato a morte un innocente. Fa delle indagini e scopre che il condannato, Maurizius, s’incolpò dell’assassinio della moglie in realtà commesso dalla cognata. Maurizius però si suicida.
La prosa televisiva continua a snocciolare grandi opere teatrali a domicilio per la sua platea. Il 24 febbraio tocca alla tragedia di Shakespeare “Antonio e Cleopatra”, di cui è regista Franco Enriquez, la cui trascrizione fedele e un po’ accademica, racconta le note vicende di Marco Antonio che, innamorato della regina d’Egitto Cleopatra, diserta i propri doveri di primo cittadino di Roma. Ne approfitta così il suo rivale Ottaviano, che assume il potere e fa dichiarare guerra all’Egitto. Lo scontro a Farsalo fra la flotta romana e quella egiziana comandata da Marco Antonio si risolve a favore della prima. Antonio si suicida. Cleopatra lo segue poco dopo. Gli interpreti sono Gianni Santuccio, Elena Zareschi e Gian Maria Volontè. Due successive versioni verranno proposte nel 1965 e nel 1976.
Il romanzo di Alphonse De Lamartine “Graziella”, nella riduzione di Alfio Valdarmini per la regia di Mario Ferrero, viene trasmesso dal 11 giugno in quattro puntate. Si avvale dell’interpretazione di Corrado Pani, Ilaria Occhini, Luca Ronconi e Fosco Giachetti. È la vicenda autobiografica di Alphonse che racconta di quando ritrova Graziella, fuggita di casa per non sposare il cugino; in quell’incontro i due giovani si dichiarano reciprocamente i propri sentimenti. La famiglia perdona il gesto della fanciulla senza obbligarla a un fidanzamento indesiderato, ma giunge il momento in cui Alphonse viene richiamato in patria, quando la ragazza è ormai morta.
Mi corre ora l’obbligo di ricordare una data importante per la Televisione Italiana: il 4 novembre 1961 nasce il Secondo Canale della RAI, denominato allora Secondo Programma, e destinato a diventare Rete 2 con la riforma del 1975 (poi l’attuale Rai2). L’esordio avviene con l’augurio di un testimonial d’eccezione, Mina: “Questa sera per noi, cittadini del monoscopio, sudditi delle antenne, inscritti nei ruoli del teleschermo, questo è un grande giorno. Da pochi minuti, sul palazzo di via Teulada, una mano a 17 pollici ha esposto un nastro bianco. E poi lo sapete tutti: è nato il secondo canale… il suo destino è già segnato, nasce all’insegna della vittoria. Ed ora ditemi che sono retorica, che sono una sentimentale, ma io a questo secondogenito televisivo voglio dedicare un brindisi.”
La trasmissione inaugurale fu “1915-1918- La guerra e la vittoria”, interamente dedicata alla rievocazione della Prima Guerra Mondiale e alla celebrazione dell’anniversario della vittoria. Il tema della serata venne suddiviso in tre parti: un concerto, un documentario e uno sceneggiato, “La trincea” di Giuseppe Dessì.
Il 9 novembre, sempre sul Secondo Programma, apre la serie “Racconti dell’Italia di ieri” il romanzo di Arrigo Boito “L’alfiere nero”, sceneggiato da Francesca Sanvitale e diretto da Carlo Lodovici. Interpreti: Franco Graziosi, Graziella Galvani, Giuliana Lojodice, Vanni Materassi, Luigi Casellato, Pietro De Vico, Gianni Santuccio, Antonio La Raina, Orazio Orlando, Warner Bentivegna. La serie prosegue con “Il maestro dei ragazzi” (G. Verga), regia di Edmo Fenoglio, con Volpi, Fabbri, Gherardi, “I coniugi Spazzoletti” (E. De Marchi), regia di Fenoglio con De Ceresa, Mammì, Borboni, “La paura” (F. De Roberto), regia di F. Bollini, con Tasascio, Maranzana, “Terno secco” (M. Serao), regia di G. Tofano, con Marescalchi, Maggio e “Un episodio dell’anno della fame” (C. Percoto), regia di M. Landi, con Orlando, Albertini. Gli sceneggiati si propongono di avvicinare gli spettatori alla realtà letteraria della seconda metà dell’Ottocento e sono preceduti dalla presentazione di luoghi e problemi a cui si ispirano gli autori.
Il 19 dicembre andò in onda “Giovanna, la nonna del Corsaro Nero”, un programma televisivo per ragazzi ma, forse per quello, rimasto nei ricordi di molti. Alla prima serie ne seguirono altre due, “Le nuove avventure di Giovanna, la nonna del Corsaro Nero” nel 1962, e “Giovanna alla riscossa più forte di un bicchiere di gin” nel 1966. Tutte e tre le serie andarono in onda la domenica pomeriggio. Si trattava di uno sceneggiato musicale scritto da Vittorio Metz e diretto da Alda Grimaldi. Era incentrato sul personaggio di Giovanna, attempata e tenace corsara interpretata da Anna Campori, e liberamente ispirato alle vicende dei corsari narrate nei romanzi di avventura di Emilio Salgari. La nonna era capo di una ciurma di bizzarri personaggi, tra cui il fedele e saggio maggiordomo Battista (Giulio Marchetti) e il nostromo Nicolino (Pietro De Vico) forse il personaggio più strepitoso di questa saga. Tutte le registrazioni del programma furono successivamente cancellate, pertanto nessuna puntata risulta disponibile negli archivi della RAI. La serie di episodi risulta definitivamente perduta, ad eccezione di un brevissimo spezzone amatoriale.
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