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Il documento

Verbale segreto del Comitato scientifico del 3 marzo: “Alto rischio in Valseriana, serve zona rossa”

Ecco il contenuto del famoso verbale numero 16 del 3 marzo, la cui mancanza è saltata subito all'occhio giovedì quando sono state desecretate oltre 200 pagine di documenti.

Già il 3 marzo, in una riunione del Dipartimento di Protezione Civile, il Comitato Tecnico Scientifico chiese di adottare per Alzano Lombardo e Nembro lo stesso provvedimento di “zona rossa” già preso per i comuni del Lodigiano.

Una considerazione fatta una volta analizzati i dati arrivati all’Istituto Superiore di Sanità, con il CTS che evidenziò: “I due Comuni si trovano in stretta prossimità di Bergamo e hanno una popolazione rispettivamente di 13.639 e 11.522 abitanti. Ciascuno dei due paesi ha fatto registrare attualmente oltre 20 casi, con molta probabilità ascrivibili ad un’unica catena di trasmissione. Ne risulta pertanto che l’R0 è sicuramente superiore a 1, il che costituisce un indicatore di alto rischio di ulteriore diffusione del contagio”.

La soluzione, per il CTS, era logica: “In merito, il Comitato propone di adottare le opportune misure restrittive già adottate nei comuni della zona rossa anche in questi due comuni, al fine di limitare la diffusione dell’infezione nella aree contigue. Questo criterio oggettivo potrà, in futuro, essere applicato in contesti analoghi. Per quanto riguarda le città con apparente elevata incidenza di casi va invece considerata la possibilità di multiple catene di trasmissione e verificata la proporzione di casi di origine nosocomiale rispetto alla popolazione residente, dal momento che sono sede di importanti hub ospedalieri. L’evoluzione della situazione epidemiologica delle grandi città, verrà certamente sottoposta a stretto e attento monitoraggio nei prossimi giorni”.

Ed è questo il contenuto del famoso verbale numero 16 del 3 marzo, la cui mancanza è subito saltata all’occhio giovedì 6 agosto quando sono stati desecretate oltre 200 pagine di documenti.

Verbale ora reso noto grazie alla richiesta di accesso agli atti avanzata dal consigliere regionale bergamasco di Azione Niccolò Carretta, che da sempre si batte per avere trasparenza su tutta a questione e che già lo ha portato a scoprire dati sorprendenti in merito a polmoniti sospette alla fine dello scorso anno. 

verbale 3 marzo cts

Già il 7 aprile Carrette chiese al presidente Attilio Fontana e all’assessore al Welfare Giulio Gallera di poter accedere a tutte le comunicazioni e relativa documentazione che la Regione aveva inviato al Governo dall’inizio dell’emergenza sanitaria in merito alla richiesta di istituzione di una zona rossa per Alzano e Nembro.

A quella richiesta la Regione ha replicato così nelle scorse ore: “Il Presidente della Regione Lombardia poteva intervenire ma solo nelle more del DPCM e comunque coordinandosi con il potere centrale, come infatti è accaduto per l’emanazione della ordinanza istitutiva della ‘zona rossa Codogno'”.

A supporto della propria affermazione il Pirellone ha portato l’esempio dell’ordinanza del sindaco di Messina, considerata illegittima dal Consiglio di Stato “in contrasto con il principio di vigilanza e di coordinamento che compete al Governo nella gestione della crisi, affinchè le misure territoriali non limitino diritti costituzionalmente garantiti, tra cui quello di movimento. In altre parole, pur nel rispetto delle autonomie costituzionalmente garantite, vi deve essere una gestione unitaria della crisi”.

Infine sulla zona rossa: “In quel periodo i DPCM si susseguivano con ritmo incalzante e ciò, di fatto, vanificava ogni possibilità di intervento da parte delle Regioni. Si informa anche che il 3 marzo dalla Direzione Generale Welfare – U.O. Prevenzione veniva trasmessa al dottor Silvio Brusaferro (ISS) la mappatura dei casi positivi della provincia di Bergamo, che rappresentava una situazione di cluster nella zona della Val Seriana e del capoluogo”.

La domanda, a questo punto, è legittima: perché non si è istituita la zona rossa ad Alzano Lombardo nonostante il Comitato Tecnico Scientifico ne avesse suggerito la chiusura?

Il resto è storia: l’8 marzo il Premier firmò il Dpcm che dispose la zona rossa per la Lombardia e altre 14 province, poi allargata a tutta Italia il giorno seguente.

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